A Roma il Convegno: “Mondi diversi a confronto: un ponte oltre le barriere”

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    Mondi diversi a confronto- un ponte oltre le barriere

    Mondi diversi a confronto- un ponte oltre le barriere

    Si è svolto a Roma il convegno “Mondi diversi a confronto: un ponte oltre le barriere” presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma. L’iniziativa è stata organizzata e promossa da Laura Frustaci, funzionaria del Ministero dell’Interno ed esperta di politiche migratorie (oggi anche candidata nella lista Roma Popolare per Marchini Sindaco, come consigliere al Comune di Roma).

    All’incontro sono intervenuti il presidente dell’Amsi Foad Aodi; Maria Prezioso, docente ordinario dell’Università di Tor Vergata ed esperta in geopolitica economica; Diego Maria Nati, presidente della Crohnonlus ed Albero Spelda presidente della Fenalc. Il giornalista Pino Pelloni ha moderato la tavola rotonda.

    Attenzione sulla “buona emigrazione” è stata rivolta dal rappresentante del mondo arabo in Italia e dei medici stranieri operanti nel nostro Paese, a patto che il problema sia analizzato in tutti i suoi aspetti, al fine di poterlo gestire nella migliore maniera possibile. In quest’ottica, è fondamentale mantenere il rispetto delle leggi e tradizioni del paese ospitante, per favorire il dialogo tra le diverse civiltà.

    Del ruolo dell’Europa e della coesione territoriale ed economica ha parlato la professoressa Prezioso, sulle orme di noti economisti degli anni Cinquanta del secolo scorso.

    Il direttore sanitario della Cri di Santa Marinella, dottor Nati, ha suggerito come il problema della migrazione implichi, da parte di tutti gli operatori in campo, una grande apertura mentale, mentre è stato da sottolineato Alberto Spelda il lavoro svolto dalle associazioni e dal mondo del volontariato.

    Come il problema migratorio sia un evento epocale e che debba essere affrontato senza demagogia ed invocazioni di muri che possano alimentare antiche paure, è stato suggerito ai partecipanti del convegno da Pino Pelloni.

    Solo attraverso una politica fondata sull’accoglienza e l’integrazione l’Europa potrà considerarsi cultrice delle civiltà e dei diritti.

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