Ospedali romani | Pertini: eccellenza per terapia del dolore

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    PERTINI DOLORESanità: alla ricerca del polo di eccellenza ospedaliero, dalla parte del paziente. Prima Parte –

    Alla maniera del mitico regista Mario Soldati, con la sua nota ricerca dei cibi genuini della nostra Penisola, ospitata decenni addietro con grande esito sulla patria Tv, anche noi tenteremo di imitarlo, cercando nel nostro disastrato Paese ed in una Sanità sempre più carente e deficitaria, i reali poli sanitari di eccellenza esistenti in Italia per i nostri malati.

    Nessuna promozione per il Ministero competente e per la sua disinvolta ministra Lorenzin e nessuno sconto per ospedali e strutture, chiacchierati o meno. La ricerca verrà effettuata, invece, basandosi esclusivamente su pazienti e su quanti abbiano concretamente sperimentato tali poli-nicchie di reali eccellenze, risultandone soddisfatti ed entusiasti per efficacia, professionalità e concretezza.

    La ricerca di Soldati non si concluse in modo felice per lui, costretto ad un celere ricovero per intossicazione. Noi tenteremo di cavalcare questa complicata inchiesta, sperando di non incorrere in analoghe disavventure, evitando oculatamente, non tanto le intossicazioni, ma quanto meno malanni da contagi e promozioni indebite promosse dall’alto.

    Indicato da tante famiglie con malati in casa e da innumerevoli pazienti con i quali siamo entrati in contatto, inizieremo da un piccolo cameo sanitario, l’Unità Operativa “Centro della Terapia del Dolore e Cure Palliative”, incastonato in una struttura ospedaliera, ormai declassata da antico polo di eccellenza a Ospedale porto di mare di Roma, l’Ospedale Sandro Pertini.

    La nuova concezione di Ospedale, negli anni duemila, deve orientarsi verso l’umanizzazione delle cure, in una sanità peraltro sempre più tecnologicamente avanzata. L’Ospedale senza dolore costituisce, quindi, l’espressione più alta di questo nuovo orientamento.

    Promotore dell’Ospedale senza dolore fu l’anestesista italo-americano John Bonica che, negli anni ’50, fondò una clinica dove veniva praticata in modo sistematico la terapia del dolore, nelle forme acute ed in quelle croniche, costituendo un passo avanti nel campo assistenziale, sia dal punto di vista etico sia da quello scientifico.

    L’Ospedale senza dolore dei nostri giorni nasce nel 1992 in Canada, allo scopo di modificare le attitudini e il comportamento dei sanitari e dei malati ricoverati, sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In Italia si diffonde nei primi ospedali alla fine degli anni ’90, ispirato ad analoghi progetti internazionali, allo scopo di migliorare il processo assistenziale rivolto al controllo del dolore, ed è inserito nel più vasto programma HPH – “Health Promoting Hospital” (Ospedale per la Promozione della Salute).

    In seguito molti ospedali vi hanno aderito e, nel 2001, sono state presentate le Linee Guida per la realizzazione del progetto “Ospedale senza dolore”, che comprendono gli interventi, le tempistiche e le modalità necessarie per controllare il dolore e le sofferenze evitabili.

    Nel 1997, con grande tempestività ed in maniera anticipatoria, all’interno del Pertini, nel momento di massimo splendore dell’Ospedale, nasce, inizialmente come servizio puramente ambulatoriale e di assistenza domiciliare, il primo abbozzo di Centro di Terapia del Dolore, ad opera del Dott. Massimo Di Carlo, anch’egli anestesista, vero e proprio antesignano del riconoscimento per legge del “dolore” come forma di malattia a sé stante.

    È nel 2010, infatti, con la legge n. 38, che in Italia si riconosce il dolore cronico come malattia a sé stante, valutandolo come quinto parametro vitale da aggiungere agli altri quattro già contemplati dalla medicina (pressione arteriosa, frequenza del polso, diuresi e temperatura), da monitorare sistematicamente con misurazioni obbligatorie quotidiane. Di qui, la necessità di trattare tale parametro in modo peculiare, avvalendosi della creazione di appositi “Centri di Terapia del Dolore” in molti ospedali pubblici in tutto il Paese.

    Nel settembre 2015, il Centro di Terapia del Dolore dell’antesignano Dott. Massimo Di Carlo, all’interno dell’Ospedale Pertini di Roma, viene trasformato e promosso al rango di Unità Operativa Semplice Dipartimentale, con la rinnovata indicazione specialistica di “Centro di Terapia del Dolore e di Cure Palliative”. In tale Centro, pertanto, si tratta il “dolore”, oncologico e non, non solo in ambito ospedaliero, ma anche, cosa questa di notevole valenza sociale, in quello domiciliare.

    Oltre al trattamento, peraltro di grande rilevanza pubblica a livello umanitario e sociale, del dolore oncologico, il Centro con i suoi medici si occupa anche dei tanti pazienti con sofferenze e patologie della colonna vertebrale, di quelle dell’anca o delle ginocchia dovute ad artrosi, del dolore derivante dall’Herpes Zoster (comunemente chiamato Fuoco di S. Antonio), da quello derivante da fasciti (infiammazioni delle strutture muscolari e tendinee), in particolare di quelle plantari, del dolore al volto, alla testa, al collo, alle nevralgie del trigemino, alle cefalee.

    Per accedervi e farsi visitare gratuitamente in tale Centro di reale eccellenza, occorrono pochi e semplici passi: una richiesta del medico curante, con l’indicazione di apposita visita per terapia antalgica, da portare o far pervenire al CUP-Centro Unico di Prenotazione dell’Ospedale o a quello della Regione; o inoltrandola anche per via telefonica, con l’indispensabile precisazione da fornire di dove si vuole fare la visita.

    In una Italia sempre più indirizzata allo sfascio, rallegra e riempie ancora il cuore vedere addetti ai lavori, medici e non, in un Centro diretto da una persona che il giuramento di Ippocrate lo ha fatto con tutti i sentimenti, prodigarsi con tanto amore e professionalità per l’innumerevole quantità di gente sofferente che ad essi, giornalmente e senza sosta, si rivolge con grande fiducia.

    Pier Francesco Corso

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