Referendum: Il Tar respinge il ricorso

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    “Difetto assoluto di giurisdizione”. Così il Tar del Lazio, in sedici pagine, ha respinto il ricorso presentato dal Movimento 5 Stelle e da Sinistra Italiana sul quesito del referendum.

    Andando ad analizzare i punti, e l’oggetto del ricorso, gli avvocati Bozzi, Palumbo, Vesques, appartenenti al Comitato liberale del No, insieme ai Senatori De Pretis e Crimi, facenti parte rispettivamente di Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle, lo scorso 4 ottobre hanno chiesto al Tar di annullare, previa sospensione, il decreto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che indice il referendum del 4 dicembre, perché il titolo, che è quello della legge, risulta essere fuorviante.

    tar-lazio

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    Il quesito e le domande che i cittadini si troveranno a rispondere agli inizi di dicembre è passato attraverso due organi di garanzia, ovvero l’ufficio centrale per il referendum che l’ha predisposto e il presidente della Repubblica che l’ha recepito con il decreto che ha indetto la consultazione.  A ragione di questo c’è quindi da dire che la tutela generale dell’ordinamento è stata rispettata. “Sia le ordinanze dell’ufficio per il referendum sia il decreto presidenziale, nella parte in cui recepisce il quesito, sono espressione di un ruolo di garanzia, nella prospettiva della tutela generale dell’ordinamento, e si caratterizzano per la loro assoluta neutralità, che li sottrae al sindacato  giurisdizionale”.

    Così recita il testo: “ Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione” approvato dal Parlamento e pubblicato nella gazzetta Ufficiale n° 88 del 15 aprile 2016?”

    Il quesito di rifà ad una norma del 1970 sull’iter referendario. Per tale motivo risulta essere predeterminato e se c’è un problema di norma l’ufficio centrale per il referendum, della Cassazione, può ricorrere alla Corte Costituzionale e non al Tar. Ecco piegato il motivo del “difetto assoluto di giurisdizione”.

    I Senatori firmatari del ricordo (De Pretis e Crimi), hanno commentato così le parole del Tribunale Amministrativo del Lazio: “ Benchè il Tar del Lazio abbia rigettato il nostro ricorso la sostanza del testo ingannevole rimane. I nostri argomenti sono stati confermati dalla sentenza. I magistrati del Tar non hanno dichiarato che il quesito referendario è corretto ma solo che loro che non possono farci nulla”. “E’ evidente che secondo i magistrati del Tar l’Ufficio centrale della Cassazione avrebbe dovuto valutare il quesito alla luce di queste considerazioni e avrebbe potuto rivolgersi alla Corte Costituzionale, cosa che invece ha purtroppo evitato di fare”.

    Dichiarazioni arrivano anche dal capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta che afferma: “ Il Tar ha respinto il ricorso presentato dal Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana per difetto giurisdizionale, ma non ha dato alcun giudizio sul quesito, non ha assolutamente detto che il quesito è neutrale. Nel merito il ricorso non è stato bocciato e sono certo che gli amici del fronte del No andranno avanti con questa battaglia di verità in merito ad un quesito truffa che rischia di influenzare e disorientare l’elettorato”.

    Anche D’Alema, in riferimento all’endorsement del Presidente degli Stati Uniti d’America al premier Renzi, rivanga le elezioni del 2000 e dichiara da Napoli :“Dopo l’affettuoso incoraggiamento della Clinton, io persi le Regionali. Penso che tutte le persone amiche dell’Italia tengano alla stabilità del nostro Paese. E’ quindi comprensibile l’incoraggiamento di Obama, ed è capitato a ciascuno di noi di incontrare presidenti americani e ricevere i loro incoraggiamenti”.

    Poi prosegue: “Conoscendo il Presidente del Consiglio so che non è una persona incline a dimettersi. Conoscendo la politica vi assicuro che siamo in pochissimi quelli che si dimettono. Io mi sono dimesso pur non avendo l’obbligo di farlo e poi ho rinunciato al seggio pur essendo stato eletto sempre con largo consenso”.

    Nei prossimi giorni il Comitato di Bozzi deciderà se appellarsi al Consiglio di Stato o se ricorrere in Cassazione. Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi. Certo è che stiamo parlando di un referendum che potrebbe cambiare la vita di tutti i cittadini italiani. Come sappiamo nella nostra bella Costituzione sono scritti tutti i principi, diritti e doveri del popolo italiano e questo non va mai dimenticato.

    Silvia Roberto

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