Ostia: Carmine Spada condannato a 10 anni, riconosciuta aggravante metodo mafioso

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    E’ stato condannato in primo grado a 10 anni di reclusione Carmine Spada  dalla seconda sezione del Tribunale di Roma oltre a diecimila euro di multa, l’interdizione dai pubblici uffici, il risarcimento dei danni ed una provvisionale da 15 mila euro per la parte lesa.

    Questa la decisione della seconda sezione penale a conclusione del processo che verteva su un’estorsione da 25 mila euro lievitata fino a 270 mila.

    La decisione dei giudici è arrivata ieri a tarda sera, dopo una giornata di repliche dei difensori, chiude il caso della estorsione ai danni del gestore di una ricevitoria Snai.

    I pm Mario Palazzi ed Ilaria Calò, in sede di requisitoria, avevano chiesto una pena a 15 anni di reclusione per Spada, ma il riconoscimento dell’aggravante del metodo mafioso premia comunque di fatto la ricostruzione dei pubblici ministeri.

    Nel processo si era costituita parte civile anche Roma Capitale assistita dall’avvocato Enrico Maggiore.

    L’uomo è considerato dagli inquirenti capo-clan dell’omonima famiglia criminale di Ostia. Stessa pena è stata decisa per il suo collaboratore, Emiliano Belletti.

    I due sono stati riconosciuti responsabili del reato di estorsione attuata con metodo mafioso.  Spada e Belletti erano finiti in manette nel maggio del 2014, al termine di un servizio di appostamento nei pressi del negozio il cui titolare aveva ricevuto minacce.

    Quel tabaccaio, gestore di una ricevitoria Snai, denunciò di essere stato costretto a versare a Spada e Belletti duemila euro a titolo di acconto per una schedina vincente (da 25 mila euro), in realtà mai giocata.

    Ed anche molti degli investigatori della Squadra mobile della polizia che hanno svolto indagini sul caso e sono da sempre presenti sul territorio hanno voluto esser presenti nell’aula di piazzale Clodio.

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