Metalive 1.0: primo appuntamento all’insegna di sonorità NWOBHM @ Closer – live report

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    Un altro evento imperdibile per tutti gli appassionati dell’Hard’n’Heavy anni ’80 che, come sempre, sono giunti numerosi ed affamati di metallo, pronti a supportare alcuni dei live act più interessanti della scena underground italiana. La serata di venerdì 19 Dicembre 2014, promossa ed organizzata come di consueto da Metal Zone Italia (Gianfranco Belisario) con la collaborazione di Flavio Falsone, ha visto esibirsi, per la prima volta sul palco del Closer di Roma, tre band italiane di tutto rispetto, con proposte musicali assai variegate, ma sempre di ottimo livello, che hanno pienamente appagato gli animi e soprattutto le orecchie dei diversi presenti accorsi per la serata: i romani Hi-Gh, i Messerschmitt ed infine gli Axevyper, da Viareggio. Il coinvolgimento e l’interazione con l’audience presente, soprattutto nei cori sono stati sicuramente alcune delle carte vincenti che tutti i gruppi hanno usato per rendere magico questo concerto intenso, che ha regalato a tutti quanti grandi emozioni e tanta energia, facendoci trascorrere delle ore con tanta buona musica, e permettendoci di conoscere e apprezzare band nostrane che meriterebbero da parte nostra la giusta considerazione, che a volte dedichiamo solo e incondizionatamente a nomi internazionali ultra blasonati! Ecco il report della serata, realizzato in collaborazione con VeroRock.

    Hi-Gh
    L’onore di aprire le danze della serata tocca al quartetto capitanato da Tommaso “Slowly” (basso e voce), freschi del loro secondo album, uscito lo scorso novembre per la Metal On Metal Records, “Till Death and After”. La band, composta alle due chitarre da Marco “Psyki” (chitarra solista e cori) e da Marco “RedEyes” (chitarra ritmica/solista e cori) e alla batteria da El Tito “Oki”, propone un repertorio con brani estratti dalla loro ultima release e dal precedente album di debutto “Night Dances”. Dopo una breve intro iniziale, ecco sprigionarsi tutta la loro potenza sonora nella title track di apertura “Till Death and After”, dove i ritmi serrati, con refrain e stacchi precisi, oltre agli assoli al fulmicotone del duo alle chitarre, riescono totalmente a coinvolgere i diversi presenti accorsi per la loro sfolgorante esibizione! Il loro speed metal, con sonorità molto vicine a storiche band quali Exciter e Venom, mantiene comunque una sua originalità, soprattutto nella composizione dei diversi pezzi proposti; molte anche le influenze thrash soprattutto nella successiva “Faster! Faster! Faster!”, dal loro primo disco, o la recente “The Russian Border”, dove l’affiatamento tra i vari componenti e tutta la loro energia sprigionata riescono a coinvolgere tutti i presenti con un “headbanging” scatenato, soprattutto tra le prime file. Gli assoli veloci del duo Psyki/RedEyes è uno dei loro punti di forza, oltre all’impatto diretto e tagliente della voce di Tommso “Slowly”. Di seguito sono proposti due brani molto veloci, “501st Legion” e “Night Dance”, dal primo album, in cui la prova di El Tito “Oki” è a dir poco superlativa, dimostrando di essere un vero rullo compressore dietro le pelli: la precisione e la rapidità negli stacchi e nei cambi di tempo sono alquanto superlativi e strappano a più riprese gli applausi dell’audience. Con “Drug Your Destiny” siamo di fronte a uno degli apici della loro esibizione: dopo un’intro di chitarre, con alcuni rimandi ai Mercyful Fate, si passa ad un pezzo molto tirato, con ritmiche serrate e ottimi solo. Con “Sex Machine” siamo di fronte ad un altro brano con chiari rimandi ottantiani, a band del calibro dei Tank, Megadeth e Motörhead, sicuramente tra le loro influenze principali. Il gruppo ci saluta con la conclusiva “You’re Going Down (Under The Ground)”, dove ancora una volta ci offre un assaggio di tutte le proprie potenzialità sonore che speriamo di poter riascoltare al più presto!

    Setlist: “Intro” – “Till Death and After” “Faster! Faster! Faster!” “The Russian Border” “501st Legion” “Night Dance” “Drug Your destiny” “Sex Machine” “You’re Going Down (Under The Ground)”

    Messerschmitt
    Dopo una breve pausa, ecco salire sul palco la tanto attesa band capitolina, con alle spalle più di trent’anni di carriera, e diverse demo incise in gran parte tra il 1983 e il 1985, pronta a proporci tutto il meglio dal loro vasto repertorio, nonché alcuni autentici cavalli di battaglia, in grado di coinvolgere e fare cantare all’unisono l’intera platea dei presenti! Il combo, con Francesco Ciancaleoni (chitarra) e Fabrizio Appetito (chitarra) unici membri storici rimasti dalla primissima lineup, dopo diversi cambi di formazione, e il recentissimo ingresso in pianta stabile di Flavio Falsone alla voce (già con i Whisperz), in sostituzione del dimissionario Andrea Strappetti, è da poco tornato a calcare i palchi italiani e si appresta a pubblicare il primo vero e proprio cd, previsto a cavallo tra il 2015 e 2016, con molti dei brani storici rivisitati e riarrangiati in chiave più moderna. L’iniziale “Blood and Tears” è quanto basta per mostrarci come tutta la band sia in ottima forma e che la scelta di Flavio sia più che mai azzeccata; il giovane frontman si rivela non soltanto un’ottima ugola, ma soprattutto riesce a trasmettere tutte le emozioni presenti nei testi dei brani eseguiti con il carisma notevole che lo contraddistingue. Ne è la prova la seguente “King of Sky”, dove il vocalist riesce ad imprimere la giusta carica, soprattutto nel passaggio da tonalità baritone delle strofe a quelle più alte nei ritornelli. Va sottolineata anche l’ottima prova della sezione ritmica, composta da Mario Ghio (basso) e Luca Federici (batteria), con un lavoro preciso e mai scontato. “Kamikaze”, uno dei primi pezzi composti dalla band tre decadi or sono, risulta sicuramente uno dei cavalli di battaglia, in grado di catalizzare l’attenzione dei fan, soprattutto nel bridge centrale e negli assoli si percepisce tutta la loro passione per la scena hard & heavy degli ’80, con influenze molto vicine a band quali Tygers of Pan Tang, Saxon e Judas Priest. Anche la successiva “The Nightrunner” si rivela un brano assai particolare, soprattutto per la ritmica serrata e per i buoni arrangiamenti complessivi. Con “Resurrection”, altro brano storico proposto, siamo di fronte ad uno dei loro picchi compositivi: oltre all’ottimo e monolitico ritornello, è proprio nella seconda parte del pezzo, scandita da tempi più sincopati e da parti arpeggiate, che si percepisce un’ottima sinergia tra i vari componenti. Dopo l’esecuzione della buona “Faster Than My Shadow”, in cui come sempre il duo alle chitarre dimostra di non aver perso tutta la verve e l’energia degli anni d’oro, si passa a una semi-ballad, “Once Again”, dove il nuovo singer Flavio ci offre un’ennesima interpretazione sentita e toccante, soprattutto nelle parti più cadenzate. L’esibizione è conclusa da altri due brani del repertorio storico, “Shape Of Steel” e soprattutto dalla tanto acclamata “Heavy Metal Fighters”, cantata da tutto il pubblico insieme alla band!
    Complessivamente il loro show è risultato veramente ben riuscito, soprattutto per i suoni ben calibrati, ed apprezzato da parte di tutti i loro fan. Dopo l’esibizione di pochi mesi fa al Pentatonic, che fu la serata di debutto di Flavio nella band, anche questa sera i Messerschmitt si dimostrano in gran forma e soprattutto pronti per regalarci un primo e tanto atteso esordio discografico, che speriamo di poter sentire quanto prima!

    Setlist: “Blood and Tears” “King Of Sky” “Kamikaze” – “The Nightrunner” “Resurrection” “Faster Than My Shadow” “Once Again” –”Shape The Steel” “Heavy Metal Fighters”

    Axevyper
    A chiudere la serata, dopo l’ascolto di due live act romani di notevole spessore, ci pensano i tosco-marchigiani Axevyper, formatisi ufficialmente nel 2009 e con all’attivo già due full-lenght ufficiali, “Axevyper” del 2010 e “Metal Crossfire” del 2012, intervallati dall’ EP “Angeli d’Acciaio” nel 2011. Il sound proposto dalla band è quanto basta per far andare in trance l’intera platea: un hard’n’heavy di matrice ottantiana, debitrice a tutte le band più rappresentative di quello che può definirsi il vero stile “defender”, ovvero ai vari Judas Priest, Iron Maiden, Accept, Running Wild, Saxon e chi più ne ha più ne metta! Il gruppo composto dal carismatico Luca “Fils” Cicero (voce), dai due axe man, Guido “Tuberi” Tiberi (chitarra) e Damiano “La Favola” Michetti (chitarra) e alla sezione ritmica da Andrea “Pandò” Tognetti (basso) e dalla new entry Niccolò Vannì (batteria) si presenta nel migliore dei modi possibili. La serata inizia con l’intro strumentale “Stygianuclear War” seguita da “Crossfire”, entrambe dalla loro ultima release. Il loro ingresso sul palco è accolto da un’ovazione generale dei presenti, alcuni dei quali accorsi anche da fuori Roma per assistere alla loro sfolgorante performance; l’attacco strumentale con le due chitarre a dettare la giusta melodia fa da apripista al brano successivo, in cui entra in scena il frontman della band. Si prosegue con la successiva “Rats In The Walls”, tratta dal primo omonimo album di debutto, in cui ad un tagliente riff iniziale fa seguito uno stacco veloce di batteria ed a seguire tutti gli altri componenti. La performance di Cicero è sicuramente ottima, nonostante forse un bilanciamento non eccezionale dei suoni all’inizio, e in alcuni passaggi ricorda molto la voce di Udo Dirkschneider degli Accept. Sempre dal disco di esordio si passa ad uno dei cavalli di battaglia della band, “Axevyper”, molto maideniana nei riff e nei soli di chitarra, con un ritornello molto anthemico e di facile presa, che viene cantato da tutti i presenti, e un ottimo bridge centrale, dove anche i cambi di tempo e gli stacchi di batteria del nuovo arrivato Niccolò Vannì sono precisi e fluidi. Un altro brano tanto atteso dal pubblico è “Vergine Stygia” che viene eseguita in versione molto speed, il cantato in italiano riesce a rendere molto bene l’epicità e la melodia della composizione del brano, oltre sicuramente agli ottimi arrangiamenti di chitarra, soprattutto nei duetti tra i soli e nel bridge finale. Con “Victims Of Tomorrow” si ritorna all’ultimo disco del 2012 e si passa ad un pezzo alquanto originale e particolare, nonché di una notevole durata: la voce ricorda in alcuni passaggi quella di Blaze Baley, l’ex vocalist dei Maiden, soprattutto per il tocco di epicità data all’interpretazione. Tutto il brano in questione è sicuramente uno dei loro pezzi forti del repertorio proposto e, nonostante la lunghezza del minutaggio, non perde assolutamente mordente e anzi viene molto apprezzata dall’audience proprio per essere molto varia e ben strutturata, soprattutto per gli arrangiamenti e le melodie. La successiva “Immortal Steel” è impostata su tempi più andanti, quasi una cavalcata, con un’interpretazione canora condita da cori che rendono ancora più di impatto il brano: soprattutto nel ritornello dove riescono a coinvolgere tutti quanti i presenti. E finalmente la band ci propone l’esecuzione di un pezzo inedito, “Brothers Of The Black Swords”, dove il filo conduttore principale è incentrato sulle ritmiche e i soli all’unisono del duo alle chitarre; in generale la composizione è ben riuscita, soprattutto nel ritornello dove l’apporto della seconda voce migliora di molto la resa dal vivo. Si ritorna al recente secondo lavoro con “Agents Of Chaos”, altro brano dalle ritmiche serrate, una vera tempesta sonora per tutti i metalheads presenti: in alcune parti è molto vicina anche al thrash dei primi Overkill, ma sempre con un’impronta caratteristica a livello sonoro. Si giunge al termine dello spettacolo con due dei brani più richiesti dai sostenitori presenti, “Poserkiller” dal primo lavoro, dove le parti di chitarra ricordano i soli dei primissimi Maiden, e, come di consueto, si giunge ad un ritornello monumentale, con i cori a farla da padrona. Ultimo brano propostoci a chiusura è “Non è Finita Qui”, sempre dall’omonimo disco del 2010, gran bel pezzo, ancora in grado di scaldare gli animi dei presenti, rimasti a supportare la band fino alla fine, che si conclude con bei soli di matrice hard rock e un solo all’unisono nel finale.
    Sicuramente uno show che difficilmente dimenticheranno i fan accorsi, soprattutto per la grinta sprigionata da tutti e cinque i ragazzi, che, nonostante l’orario notturno, hanno retto e dato il massimo in ogni pezzo proposto, cercando di interagire molto con i presenti. Anche per loro ci auguriamo di rivederli presto live e di sentire il loro terzo album, di imminente pubblicazione.  

    Setlist: “Stygianuclear War (intro)” “Crossfire” “Rats In The Walls” “Axevyper” “Vergine Stygia” “Victims Of Tomorrow” “Immortal Steel” “Brothers Of The Black Swords” “Agents Of Chaos” “Poserkiller” “Non è Finita Qui”

    A conclusione di questa bella serata, all’insegna delle sonorità ottantiane da noi tanto amate, non resta molto altro da aggiungere, oltre alla buona riuscita complessiva dell’evento. Sicuramente, a livello di proposte musicali, risulta buona la scelta di aver optato per l’esibizione di band che, seppur con alcune sonorità assai caratteristiche, hanno comunque una matrice comune affine che è quella delle storiche band della NWOBHM, sia musicalmente che per quanto concerne il look: l’atmosfera che si respirava sembrava infatti quella degli anni d’oro, in cui il feeling che c’era tra il pubblico e le band aveva veramente qualcosa di magico! In attesa quindi di una futura seconda edizione, speriamo possano esserci molti altri di questi eventi, sempre graditi a un pubblico di intenditori. Keep The Faith!

    Raffaele Pontrandolfi

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