Le rubriche di RomaDailyNews - OPS - Opinioni politicamente scorrette - di Arrigo d'Armiento

Ainis: Caos De Luca, quella legge è una follia

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    DE LUCA

    DE LUCA

    Se anche Michele Ainis, superesperto di costituzione e di leggi, nella legge Severino confessa di perdersi, volete forse che a capirci qualcosa possa essere io, superinesperto di tutto, o il lettore comune, che almeno ha la possibilità di entrare in quel labirinto senza via d’uscita leggendo l’editoriale che il Corriere della sera pubblica oggi in prima pagina? Leggiamone insieme i passi più significativi, con l’avvertenza che la cosa migliore è sempre quella di andarsi a leggere l’originale nel Corriere di carta o in quello digitale.

    “Caso De Luca? No, scrive Ainis, caos De Luca. Era stato sospeso di diritto; adesso, di rovescio, il tribunale di Napoli ha sospeso la sospensione. Ma la sospensiva è a sua volta in sospeso, perché lo stesso tribunale ha deciso di decidere fra un paio di settimane. La Consulta, invece, deciderà in ottobre: anche l`urgenza va in vacanza. Nel limbo di regole, verdetti e toghe parlanti regna l`incertezza del diritto. Mentre il Tar non avrà più nulla da decidere, giacché la Cassazione ha confiscato le sue vecchie competenze sulla legge Severino, attribuendole al giudice ordinario. Non del tutto, però: due giorni fa il Tar della Campania ha deciso sul ricorso di alcuni consiglieri regionali, circa gli effetti della legge Severino.

    “Diciamolo: ci siamo persi. Per orientarci in questo labirinto, continua Ainis, servirebbe l`aiuto di Minosse. Troppe categorie giuridiche cucite sul corpaccione dei politici: ineleggibili, incompatibili, incandidabili, impresentabili. Troppe norme ballerine: per ministri e parlamentari, semaforo rosso dopo una sentenza definitiva di condanna; per sindaci e presidenti di Regione, dopo una sentenza non definitiva. Insomma troppe leggi, troppi verdetti contrastanti”. (…)

    Ainis aggiunge che “almeno in questo caso Renzi non ha colpe. Lui ha applicato la legge, anche se quella legge è una follia. Perché ti consente di presentarti alle elezioni, quindi anche di vincerle. Ma non ti consente poi di governare. Sarebbe come dire all`Inter gioca, però se vinci non vale. E il pubblico pagante? In questa gara, sugli spalti, c`erano 5 milioni d`elettori campani. Senza l`insediamento della Giunta, avrebbero dovuto ripetere la loro esperienza elettorale. Magari per ripeterla di nuovo, se De Luca avesse rivinto le elezioni. Una buona ragione per lasciarlo al proprio posto? Diciamo che è un`ottima ragione per cambiare quelle norme strampalate. O per annullarle con l`ennesima sentenza, stavolta del tribunale costituzionale”. (…)

    Io preferivo Caldoro, perché unico presidente di regione favorevole a abolire le regioni. Il popolo ha scelto De Luca. Può una legge, per di più interpretabile in modi diversi secondo l’estro dei giudici, opporsi al volere del popolo sovrano? Quasi quasi era meglio Caligola: il sovrano era lui e poteva nominare senatore un cavallo. Allora il potere del sovrano non era messo in discussione. Da quando comanda il popolo, le sue decisioni possono venire ribaltate anche da chi ha soltanto il merito di aver vinto la lotteria di un concorso.

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