Le rubriche di RomaDailyNews - OPS - Opinioni politicamente scorrette - di Arrigo d'Armiento

Roma sempre più ciclabile. Dei pedoni, chissenefrega

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    Via le biciclette dai marciapiedi! –

    Abbiate pazienza, cari lettori, ma io non ne posso più. Ogni giorno Roma fa un passo avanti verso la, come dire, ciclizzazione della città. Insomma, sempre più spazio alle biciclette, per toglierlo alle inquinanti quattro ruote, autobus e pullman compresi. Fin qui, intenti lodevoli, come quello attuato proprio oggi con la decisione di istituire un Ufficio Bici affidato a un tecnico che si suppone sappia andare in bicicletta e usi le due ruote per recarsi da casa al lavoro. Non c’è nessuna comprensione, invece, per chi in bicicletta non sa andare. Quando ammetto di non saper girare a cavallo delle due ruote, soprattutto di non essere mai riuscito a fare una curva senza cascare per terra, la gente mi guarda come un marziano, o come un nemico della patria. Eppure, nonostante decenni di tentativi e di cadute, non ci sono mai riuscito. E’ colpa mia? No, ho certificati medici con tanto di timbri che riconoscono la mia invalidità a guidare un mezzo a due ruote. Sono, lo ammetto, un ciclolabile.

    Che si vogliano penalizzare gli automobilisti a vantaggio dei velocipedisti lo posso accettare. Quello che non posso accettare è che il nobile intento lo si faccia pagare ai pedoni. I quali, già penalizzati da un servizio di mezzi pubblici da paese del quarto mondo, devono sempre più fare i conti con marciapiedi sempre più stretti, e più sono stretti e più sono invasi da motorini parcheggiati – fuori legge, ma nessuno la fa rispettare – e, da qualche tempo, dai fanatici e dalle fanatiche che credono sia loro diritto procedere sui marciapiedi a cavallo delle due ruote. I bambini li sopporto, non si può buttarli in mezzo al traffico con le loro biciclettine e i loro tricicli, ma gli adulti? Che ci fanno gli adulti in bicicletta sul marciapiede, pronti a sonare il campanello se il pedone non si scansa in fretta? E si limitassero a sonare il campanello! Una giovin signora m’ha preso a parolacce, imparate suppongo dalle suore, perché non avevo capito subito che il campanello sonava alle mie spalle, sul marciapiede, invece che in mezzo alla strada.

    Un’altra fissazione dei biciclisti è data dalla convinzione che loro, i cavalieri su due ruote, hanno il diritto di girare contromano sulle strade. Questa regola non esiste, anche se i fanatici la reclamano e alla fine qualche bell’Ufficio gliela concederà. Già è pericoloso attraversare la strada e guidare l’auto nel traffico cittadino, figuriamoci che cosa accadrebbe, e già accade ora per fortuna in episodi isolati, quando i velocipedi ti schizzeranno contro senza sonare, senza nemmeno lampeggiare.

    Pedoni di tutto il mondo, uniamoci per combattere questa battaglia di civiltà contro la sopraffazione dei ciclisti! Sfrattiamo i motorini dai marciapiedi! Organizziamo blocchi marciapiedali, sit-in anti-bici nelle aree riservate ai pedoni. Firmiamo petizioni perché il comune di Roma istituisca un Ufficio Pedoni, insediando alla presidenza una persona incapace di montare su una bicicletta! Invitiamo il sindaco Marino a fare pubblicità non solo alle biciclette, come fa da quando è stato eletto, ma anche alle camminate a piedi. Che almeno tre volte a settimana vada al Campidoglio a piedi, non con la bicicletta (che tra l’altro guida malissimo). Oh, mi sono sfogato! Da domani, tutto come prima, anzi: peggio.

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