Le rubriche di RomaDailyNews - OPS - Opinioni politicamente scorrette - di Arrigo d'Armiento

Sto con la Boldrini: via il Dux e tutti i monumenti non democratici

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    Povera Boldrini, si becca critiche da destra e da sinistra solo per aver detto che sarebbe opportuno sbianchettare la parola DUX dall’obelisco del Foro Italico (guai a chiamarlo Foro Mussolini, come era stato battezzato prima della guerra).

    Eppure, la Boldrini ha ragione e io sto con lei. Come si fa a non avere un sussulto di orrore di fronte a un monumento che ricorda il tiranno, quello della guerra suicida a fianco della Germania, quello delle vergognose, ignobili, imperdonabili leggi razziali? E allora, dàje, cancelliamo la scritta, scalpelliamola e, aggiungo io, buttiamo via anche l’obelisco, che anche senza scritta ricorda il duce. E con l’obelisco, tutta la pavimentazione a mosaico che copre la zona, piena di scritte che inneggiano al regime nero.

    Però non basta, tutto o quasi il Foro Italico porta il marchio nefando di Mussolini. E allora, dàje: demoliamo lo stadio dei marmi, circondato da marmorei atleti fascisti nudi e in perizoma. Lì al Foro Italico sono purtroppo ancora in piedi diversi palazzi e palazzetti costruiti per celebrare la grandezza di Roma fascista: demoliamoli, sostituendoli con giardinetti democratici.

    E l’Eur? Come si fa a dimenticare che all’Eur, che doveva essere E-42, cioè l’esposizione universale del 1942, abolita per motivi bellici, in tutta quell’area che Marino vorrebbe trasformare in un quartiere a luci rosse sono ancora in piedi palazzoni fascisti, come il famoso “Colosseo quadrato”, il soprannome affibbiato dai romani al palazzo della Civiltà del Lavoro, con la scritta fatale “Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori” che nessuno ha finora pensato di cancellare? Via, buttiamolo giù. E all’Eur di palazzi fascisti da demolire ce ne sono tanti. Basta: buttiamoli tutti giù.

    Ma, a proposito del Colosseo quadrato, che ne facciamo del Colosseo rotondo, insomma il Colosseo vero, l’Anfiteatro Flavio? Mussolini non c’entra con quell’opera usata per secoli per dar da mangiare i cristiani alle belve, per far massacrare tra loro i gladiatori catturati tra i popoli nemici e ridotti in schiavitù. Ma vi sembra una costruzione democratica? Buttiamo giù il Colosseo.

    A proposito di cristiani, il papato non è certo una democrazia. Il papa re non fu, per millenni, un sovrano illuminato, un democratico. Come si fa a sopportare la presenza di tutte quelle chiese, piene zeppe di dipinti sacri ordinati dai papi dittatori per secoli e secoli, a spese della popolazione povera e democratica? Buttiamole giù, tutte. Tra l’altro, offendono la sensibilità dei nostri ospiti non-cristiani. E il Vaticano, e la Cappella Sistina, e San Pietro? Come si fa a sopportare una dittatura, una monarchia assolutista, circondata da mura ma pur sempre incastonata nel territorio dell’Italia democratica e antifascista? Ma sì, coraggio: demoliamo tutto e spediamo Bergoglio e Ratzinger a Avignone.

    Certo, poi di Roma resterebbe in piedi ben poco da vedere. Ma tutto quello spazio liberato dai monumenti fascisti e poco democratici può sempre essere coperto da giardinetti, da piste ciclabili e da campi agricoli per avere finalmente nella capitale cibo biologico a chilometri zero. Costerebbe molto di più dei prodotti della terra importati, sarebbe un po’ inquinato da tonnellate di polveri Pm10, ma pazienza, non si può avere tutto.

    E allora, lasciamo fare alla Boldrini e aspettiamo di vedere come sarà la quarta Roma, quella sinceramente democratica e antifascista, finalmente depurata dai simboli del passato.

     

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