Olimpiadi Roma 2024. Magi (Radicali): Renzi rifletta su referendum

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    “Sulla vicenda Olimpiadi il segretario del PD dovrebbe riconoscere che il proprio partito si è assunto, insieme al Movimento 5 Stelle, la responsabilità di affossare il referendum che avevamo avviato: cioè l’unica soluzione che avrebbe garantito un reale dibattito su costi e benefici dell’impresa, per convincere i cittadini della bontà o della debolezza della candidatura tutelandoli dai fallimenti del passato.
    La scelta di non giocare questa carta democratica, e di appiattirsi invece sul progetto di Malagò e Montezemolo, ha reso il PD, non solo romano, corresponsabile dell’esito che adesso critica”.

    Così, in una nota, Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani.

    Riccardo Magi

    Riccardo Magi

    “Qualora ci fossero ancora i tempi, Renzi potrebbe ancora impegnare i democratici a percorrere la strada referendaria, in assemblea capitolina e per via popolare. Il Pd infatti non troverebbe nessuno degli ostacoli che invece condizionano la raccolta firme di movimenti come il nostro, comitati o semplici cittadini.

    Oggi infatti solo un grande apparato di partito, o sindacale, può ambire a promuovere dei referendum, sia locali che nazionali, potendo contare su un esercito di autenticatori, in assenza dei quali servono centinaia di migliaia di euro per pagare chi certifichi le firme. Senza contare tutti gli altri ostacoli burocratici che una procedura “borbonica” pone a chiunque promuova un referendum.

    Per questo il caso delle Olimpiadi dovrebbe servire da lezione e far riflettere non solo il Segretario del Pd, ma anche il Premier sull’importanza della praticabilità degli strumenti di partecipazione popolare, che la sua riforma costituzionale rischia di compromettere definitivamente. Aumentare il numero delle firme richieste per il referendum nazionale, come fa la riforma Renzi-Boschi, senza rivedere queste norme ingiuste e assurde nel XXI secolo che impediscono di raccoglierle, significa seppellire l’istituto referendario” conclude la nota.
    Per questo abbiamo chiesto al governo di varare rapidamente un “referendum act”, che come Radicali abbiamo anche già predisposto, che consenta l’uso della identità digitale (Spid) come principale strumento per la sottoscrizione dei referendum e l’eliminazione degli altri ostacoli burocratici. Sarebbe il solo modo per restituire davvero ai cittadini il referendum e i benefici che esso può offrire alla democrazia”.

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