Ostellino: corruzione figlia di statalismo e burocrazia

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    Piero Ostellino replica oggi sul Giornale a chi ha protestato per aver lui sostenuto che le raccomandazioni non sono in sé immorali perché rientrano nell’ordine delle cose, nella zona grigia delle relazioni interpersonali. E spiega che questo avviene perché “siamo un Paese dove prevalgono statalismo e burocratismo, non prevale il merito, ma prosperano permessi e divieti di ogni genere. Corruzione e clientelismo sono un modo di ovviare agli eccessi burocratici.

    “In una economia libera, di mercato, corruzione e clientelismo – aggiunge Ostellino – hanno poca presa perché non sono convenienti; chi si scontra con l’eccesso di legislazione, di permessi e divieti, si comporta guardando, nel proprio interesse, al merito e difficilmente inclinerebbe verso la corruzione e il clientelismo e/o assumerebbe qualcuno che non abbia la qualifica richiesta dalla domanda del mercato. Ho visto, giorno dopo giorno, crollare l’Unione Sovietica per questa ragione e constato con raccapriccio che l’Italia è avviata sulla stessa strada. Se anche lettori aperti al mercato, come si presume dovrebbero essere quelli del Giornale , invece di pensare realisticamente e politicamente, reagiscono moralisticamente di fronte alla realtà, stiamo freschi!”

    Ostellino dice di avere “la tendenza, da liberale, ad attribuire allo statalismo e al burocratismo, l’arretratezza di cui soffrono i Paesi socialisti. Mi rendo, però, anche conto che, da noi, non sono solo i socialisti a ragionare in tal modo, ma, in generale, tutti gli italiani in quanto culturalmente eredi del fascismo, che era una forma di dirigismo di destra, e influenzati dal collettivismo, indipendentemente dalla loro collocazione politica. Lo dico, allora, con franchezza. Diamoci tutti una regolata, se non vogliamo fare una brutta fine…”

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