RIFORMA COSTITUZIONALE E ITALICUM. RENZI CONSULTA SCALFARI

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    eugenio-scalfari-e-matteo-renzi-repubblicaCome ogni domenica Eugenio Scalfari pubblica il suo editoriale. Quello di oggi porta il titolo “Ma Renzi è un vantaggio o un danno per l’Europa e per l’Italia?” ed esordisce parlando di una conversazione telefonica intrattenuta con Matteo Renzi un’ora prima della direzione del Pd, e di un’altra avvenuta con Gianni Cuperlo dopo la riunione.

    Scalfari, dopo alcune riflessioni riguardanti un eventuale sostituto di Renzi, in caso di vittoria del No al referendum sulla Riforma Costituzionale, individuato in Enrico Letta che sarebbe l’unico personaggio che potrebbe degnamente rappresentare l’Italia in Europa ma che ha scarse possibilità di ottenere una maggioranza dei voti in Parlamento, entra nel merito delle parole che lui e Renzi si sono scambiati in questa telefonata.

    “Renzi desiderava un parere sui modi per riportare compattezza nella classe dirigente del Pd e quindi sull’intero partito”, dice Scalfari e la sua risposta è stata quella di impegnarsi sulle modifiche della legge elettorale che “va profondamente cambiata”.

    Renzi, però, si è reso disponibile a fare solo dei piccoli aggiustamenti. Non ci sarà quindi il cambiamento che i sostenitori del No si aspettano. Renzi annuncerà in Parlamento che l’Italicum sarà modificato, ma il contenuto specifico di queste modifiche sarà reso noto e discusso solo dopo il voto del referendum e solo dopo la sentenza della Corte Costituzionale.

    Sicuramente, ha già anticipato il premier, rimarranno intatti il ballottaggio e il premio di maggioranza, cioè i due elementi che secondo molto esperti costituzionalisti rappresentano il rischio di una deriva autoritaria, ma sembrerebbe disponibile ad abolire le preferenze che l’Italicum prevede per l’elezione dei capilista e che sono, secondo Scalfari, “la fonte di potere del lobbismo, perfino mafioso”. Renzi ha assicurato a Scalfari che lo annuncerà quanto prima.

    Il premier si è reso disponibile a riflettere, su suggerimento del suo interlocutore, sul ballottaggio. “Andrebbe abolito anch’esso” dice Scalfari, “ma se proprio insiste su questo punto allora può svolgersi tra i primi due partiti risultati dall’esito del voto nei collegi, contrattando alleanze con altri partiti e presentandosi al ballottaggio con liste apparentate. Questa è un’antica proposta dei socialisti guidati all’epoca da Pietro Nenni, De Martino e Riccardo Lombardi. A me sembra valida anche oggi se proprio il ballottaggio non deve essere abbandonato”.

    In questa conversazione Renzi si è impegnato anche, come ha già annunciato, a ripristinare l’art.58 della Costituzione, abrogato dalla Ministra Maria Elena Boschi, garantendo che “i senatori del nuovo Senato previsto dal referendum saranno eletti direttamente dal popolo e non dai consigli regionali”.

    Nonostante ritengo molto positivi i due elementi che Renzi è disposto, almeno a parole, a cambiare, quello che riguarda l’Italicum con l’abolizione dei capilista bloccati, e l’altro che riguarda, appunto, la Riforma Costituzionale con l’elezione diretta dei Senatori, non credo che questo metta al riparo il nostro Paese dal rischio di concentrare il potere nel governo a scapito del Parlamento che verrebbe profondamento mortificato nel suo elemento fondativo, cioè quello di rappresentare la sovranità popolare.

    Ammesso che Renzi mantenga l’impegno di eliminare i capilista bloccati o di apportare altre modifiche, che però non ci è dato di saperle prima del referendum il 4 dicembre e del pronunciamento della Corte, rimane il problema dell’abnorme premio di maggioranza assegnato a una minoranza parlamentare che si impossesserebbe di tutti i poteri.

    “A me sembra un esito positivo per il Paese” dice Scalfari, io ho qualche dubbio.

    Elena Martinelli

     

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