RIFORMA COSTITUZIONALE. I MOLTI BLUFF DI MATTEO RENZI SECONDO MASSIMO GIANNINI

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    foto-13“La discussione sulla legge elettorale sta diventando una gigantesca partita a poker” è questa la RispostaRep dell’editorialista Massimo Giannini su Repubblica.it, e la posta in gioco, che Matteo Renzi non può assolutamente perdere, è la Riforma Costituzionale. E “il referendum richiesto dallo stesso governo che l’ha voluta” dice Gustavo Zagrebelsky su MicroMega “lo trasformerà in plebiscito”.

    Si tratterà, quindi, di un voto non su una Costituzione destinata a segnare le nostre vite per gli anni a venire ma di un voto su un governo temporaneamente in carica.

    E quindi a questo tavolo da poker immaginato da Giannini, Matteo Renzi sta giocando molti bluff per disinnescare la mina della legge elettorale in modo tale che il SI al referendum sulla Riforma Costituzionale, che determinerebbe secondo Gustavo Zagrebelsky un ‘plusvalore’ per il governo, spendibile nelle prossime elezioni, ha molte più probabilità di vincere.

    Quali sono questi bluff di Matteo Renzi secondo Massimo Giannini?

    Il primo è quello dell’imposizione di fatto dell’Italicum al Parlamento che, dopo averlo sottoscritto con Silvio Berlusconi nel Patto del Nazareno ‘1.0’, è passato con ben 3 voti di fiducia.

    Il secondo è arrivato dopo “le critiche feroci della minoranza Pd, i ripensamenti di Forza Italia e i rimproveri di Giorgio Napolitano”. Renzi a questo punto ha cominciato ad aprire una porta a una proposta di modifica all’Italicum da formulare unitariamente all’interno del Pd.

    Ora si cambiano di nuovo le carte in tavola. Il premier Renzi ha dichiarato che non arriverà nessuna proposta di modifica dal Pd ma è disponibile a discutere su eventuali “suggerimenti” che gli arrivino da altri partiti.

    Da chi? “Dall’unico giocatore che al tavolo di quel poker sta in questo momento a cuore a Matteo Renzi e che finora non si è neanche seduto” e cioè Silvio Berlusconi.

    Ebbene sì, ancora lui. Non sono bastati i problemi giudiziari con una condanna in via definitiva per frode fiscale, una di primo grado per falsa testimonianza che si è conclusa con l’amnistia, altre 4 di primo grado andate in prescrizioni come le tangenti a Craxi, la compravendita di senatori o il caso BNL-Unipol, e tanto altro ancora in corso di giudizio, per farlo uscire dalla scena politica. Tantomeno sono bastati i recenti problemi di salute che lo hanno mostrato fisicamente provato dopo l’intervento al cuore. Silvio è ancora Silvio e Matteo lo sa.

    Al momento, dice Giannini, Silvio Berlusconi “su questo argomento ha solo mandato avanti il pasdaran Renato Brunetta” che al momento non si è pronunciato con chiarezza sull’eventuale riscrittura della legge elettorale. E se mai Renzi riscriverà una legge elettorale, lo farà insieme al Cavaliere in un nuovo ‘Patto del Nazareno 2.0’ e non certo prima del referendum sulla Riforma Costituzionale del 4 dicembre.

    Elena Martinelli

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