Camusso boccia la “Coalizione sociale” lanciata da Landini

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    Susanna Camusso, Maurizio Landini

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    In un’intervista al Corriere della Sera, Susanna Camusso boccia la “Coalizione sociale” lanciata dal capo della Fiom. “II problema non è fondare una cosa e chiamarla partito oppure no. Si può chiamare movimento, associazione delle associazioni, si può chiamare anche birillo. Ma se si basa su un programma politico generale, e si va oltre la rappresentanza del mondo del lavoro, diventa oggettivamente una formazione di ordine politico. E questo, come Maurizio sa, non fa bene al sindacato e quindi nemmeno ai lavoratori”.

    La leader della Cgil sottolinea che “il sindacato è per forza di cose anche un soggetto politico. Ma fa politica sul lavoro e partendo dagli strumenti che gli sono propri, come la contrattazione. Rappresenta i lavoratori, insomma, non i cittadini in senso lato: e la sua forza sta proprio in questa parzialità. La Cgil rivendica sempre la centralità del lavoro ed è molto gelosa della propria autonomia. Non era forse la Fiom a rivendicare addirittura l’indipendenza?”, “proprio perché la politica non risponde, il sindacato deve guardarsi dall’idea di sostituirla. Altrimenti viene meno la rappresentanza del lavoro, i lavoratori diventano ancora più indifesi. E visto il momento non mi pare proprio il caso”.

    Conferma tuttavia l’adesione della Cgil alla manifestazione Fiom del 28 marzo “La Cgil è sempre e comunque con le sue categorie e i suoi lavoratori. Ma Landini deve sapere che quella non può diventare la manifestazione della coalizione sociale”. E del dibattito sul futuro politico di Landini dice: “Si tratta di un dibattito non utile al cambiamento della Cgil e dannoso per i lavoratori e l’unità del mondo del lavoro, oggi più che mai necessaria, visto l’attacco ai diritti”.

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