Campidoglio, Marra resta in carcere per corruzione

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    Campidoglio – Il tribunale del riesame di Roma ha respinto l’istanza di scarcerazione avanzata la scorsa settimana da Raffaele Marra, capo del personale del Campidoglio finito agli arresti con l’accusa di corruzione. Alla scarcerazione di Marra, sollecitata dall’avvocato Francesco Scacchi -che in alternativa aveva chiesto la misura dei domiciliari- si era opposta la procura di Roma.

    CAMPIDOGLIO, 367 MILA EURO SOSPETTI PASSATI A SCARPELLINI

     

    Campidoglio, Marra resta in carcere per corruzione

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    Nel confermare l’ordinanza di custodia per Raffaele Marra il tribunale del riesame ha di fatto ribadito le accuse contestate dalla Procura che con il pm Barbara Zuin e l’aggiunto Paolo Ielo avevano dato parere negativo all’istanza dei difensori dell’ex alto dirigente del Campidoglio. Alla base delle contestazioni per Marra ci sono i 367 mila euro passati al dirigente del Comune di Roma Raffaele Marra dal costruttore Sergio Scarpellini, secondo quest’ultimo. L’ammissione fatta dall’anziano manager nell’interrogatorio di garanzia ha permesso di avere una qualche conferma, per gli inquirenti, delle ipotesi accusatorie.Per questo Scarpellini pochi giorni dopo l’ingresso in carcere ha avuto il beneficio degli arresti domiciliari ed oggi – si aggiunge a piazzale Clodio – i giudici della libertà hanno negato la scarcerazione di Marra.””I soldi che diedi a Marra nel 2013 per l’acquisto di un appartamento a Prati Fiscali erano un prestito che spero ancora mi restituisca””, aveva detto Scarpellini davanti al gip. Insomma quei soldi all’allora direttore del dipartimento Partecipazioni e controllo di Roma Capitale, Scarpellini glieli ha dati “”perché Marra era un dirigente del Comune di Roma””. Marra aveva spiegato: “”Volevo che Scarpellini facesse pubblicare documenti per dimostrare che ciò che scrivevano i giornalisti erano falsità. La cosa non è riuscita e quindi ho querelato””.

    CAMPIDOGLIO, DIFESA MARRA: “NO COMMENT”

    Nessun commento dai difensori di Marra dopo la decisione del tribunale del Riesame. L’avvocato Francesco Scacchi non ha rilasciato dichiarazioni in merito al provvedimento adottato dai giudici della libertà: “”Attendiamo le motivazioni””.Nell’ordinanza di custodia cautelare per Marra e Scarpellini negli atti si parlava di una “”spiccata pericolosità criminale”” in conseguenza della quale si considera “”assai probabile”” che i due avrebbero potuto compiere altri reati. I due sono stati arrestati perché nel 2013 Marra pagò una casa usando soldi di Scarpellini e perché nel maggio 2016 Marra, parlando con la segretaria di Scarpellini, fece intendere di poter usare la sua posizione nel Comune per aiutarlo.L’indagine che ha portato all’arresto di Marra e Scarpellini riguarda fatti del 2013. Quell’anno Marra comprò infatti per 367mila euro una casa in via dei Prati Fiscali, circa cinque chilometri a nord del centro di Roma, dopo che per alcuni anni Chiara Perico, moglie di Marra, ne era risultata affittuaria. Lacasa fu messa in vendita dall’Enasarco, l’Ente previdenziale degli agenti di commercio, e secondo l’accusa Marra la pagò con due assegni circolari che facevano riferimento al conto corrente di Scarpellini.Alcuni organi di stampa nei giorni scorsi hanno poi scritto che icarabinieri starebbero indagando su prelievi e bonifici da e suconti maltesi riconducibili al la famiglia di Marra, “”dove nel2015 hanno trasferito la residenza la moglie e i figli”” e su perora poco chiari “”addebiti mensili per pagamenti di canoni afavore di società francesi attive nei settori del leasing finanziamento nautico””. Anche in questo caso, non è chiaro e scritto nero su bianco se Marra abbia dato qualcosa in cambio a Scarpellini. “”L’aver detto di essere ‘a disposizione’ è stato solo un fatto di cortesia verso una persona che conoscevo, nulla di più e nulla di meno”.

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