La Roma si fa male da sola. Al Porto la Champions League

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    Roma Porto De Rossi

    La Roma saluta la Champions League già ad Agosto con una prova sconcertante non tanto per i contenuti tecnici ma per alcuni comportamenti di alcuni singoli che hanno indirizzato la qualificazione dalla parte del Porto in maniera inequivocabile. Un gol subito dopo appena otto minuti, un’espulsione inspiegabile di De Rossi a 70 metri dalla propria porta a metà primo tempo e poi un altro rosso stavolta ai danni di Emerson Palmieri ad inizio ripresa, spiegano il cappotto giallorosso all’Olimpico contro un modesto Porto.

    Tensione – Che la Roma fosse tesa lo si capisce sin da subito con errori di misura in alcuni facili disimpegni che danno coraggio al Porto di Espirito Santo. Eppure il primo squillo è giallorosso con Nainggolan che impegna Casillas con un bella botta dai 25 metri.

    All’8′, però, il Porto è già avanti: Punizione per i lusitani dalla trequarti, palla dentro e dormita di tutto il reparto difensivo romanista. Ne approfitta Felipe che di testa schiaccia, superando Szczesny e riscattando l’autorete dell’andata. Un gol che mina le certezze della Roma che fa fatica a trovare la quadratura del cerchio anche con il nuovo assetto deciso da Spalletti, con De Rossi spostato in difesa al posto di Vermaelen e Paredes confermato nel ruolo di regista davanti la difesa. I giallorossi comunque prendono il pallino del gioco e sfiorano il gol con Salah che, imbeccato da Dzeko in area di rigore, spara centralmente ancora su Casillas.

    Al 40′ il fattaccio che gira tutta la partita: De Rossi entra in maniera scellerata su Maxi Pereira a circa 70 metri dalla sua porta, per l’arbitro Marciniak non ci sono dubbi ed estrae subito il cartellino rosso per il centrocampista di Ostia. Una mazzata per una squadra nel pieno della rimonta e già in difficoltà a livello tecnico.

    Dopo l’espulsione di De Rossi Spalletti opta per Emerson Palmieri togliendo un Paredes che aveva alternato fin a quel momento, buone giocate ad altre meno lodevoli.  Il primo tempo finisce con una Roma nervosa e sotto di un uomo e di un gol, ma con la speranza che qualcosa possa succedere.

    Altro rosso – L’inizio del secondo tempo è un disastro. Al 50′ entrata killer di Emerson Palmieri su un giocatore del Porto proprio all’altezza della linea di metà campo. Anche in questo caso per il polacco Marciniak non ci sono dubbi e il brasiliano finisce anzitempo la sua gara. Un inizio di stagione a dir poco disastroso per l’ex terzino del Palermo che  tra andata e ritorno si è macchiato di un’espulsione oltre che di due rigori procurati (uno non visto dall’arbitro Kuijpers all’andata).

    Ridotta in nove la Roma ha una ventata d’orgoglio e va vicina in due occasioni al gol con Perotti e Nainggolan, ma la rete del Porto è solo questione di tempo ed arriva puntuale al 73′ con Layun che in campo aperto approfitta dell’uscita spericolata di Szczesny per chiudere la partita.

    I portoghesi non si fermano e due minuti più tardi trovano anche il gol dello 0-3 con Corona che salta in uno contro uno Manolas e di sinistro fulmina ancora l’ex portiere dell’Arsenal, non in una delle sue serate migliori come del resto tutta la squadra giallorossa.

    Il quarto d’ora finale è solo pura accademia e sancinsce l’eliminazione della Roma dalla Champions League già a fine agosto. Un preliminare tanto voluto quanto temuto dagli uomini di Luciano Spalletti che alle prime difficoltà hanno dimostrato ancora tutti gli atavici limiti mentali. Una squadra che avrebbe dovuto gestire con intelligenza oltre che la situazione di vantaggio, anche lo 0-1, dato che mancava ancora una vita e la situazione era tranquillamente ribaltabile.

    Ora per la Roma ci sarà l’Europa League, una competizione insidiosa che può portare via tante energie, non tanto per il valore degli avversari pressoché modesto fino agli Ottavi, ma anche e soprattutto per la scomodità di giocare il giovedì magari in trasferte proibitive dal punto di vista logistico. Come si dice in questi casi, però, chi è causa del suo mal pianga sé stesso e questa sera la Roma non può fare altro.

    Massimiliano Guerra

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