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Mirabelli: troppe illusioni dalla legge anti-corruzione

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    CESARE MIRABELLI

    CESARE MIRABELLI

    La legge anti-corruzione, approvata definitivamente dal parlamento, è accolta molto favorevolmente, fin troppo, da chi si aspetta da una legge la soluzione di un problema gravissimo, che tanti danni fa all’economia e alla credibilità dell’Italia. C’è da chiedersi se la nuova legge abbia soltanto aspetti positivi. Se lo chiede anche l’ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli sul Messaggero di oggi, da cui traiamo alcuni passi.

    Per Mirabelli la legge “presenta molti aspetti positivi, ma anche evidenti limiti. Può alimentare l`illusione che l`inasprimento delle pene per i reati contro la pubblica amministrazione valga finalmente a fronteggiare la corruzione. Mentre per l`efficacia deterrente della pena, vale assai più una condanna contenuta ma molto probabile e rapidamente applicata, che non la minaccia di una pena più severa ma di assai incerta applicazione ed in un futuro remoto. D`altra parte stabilire una pena più elevata, per consentire un
    aumento dei tempi di prescrizione, ha piuttosto il sapore di una resa alla difficoltà di conoscere e perseguire in tempi ragionevoli i reati, e di ottenere la condanna definitiva di chi li ha commessi.

     “C`è da chiedersi, aggiunge Mirabelli, se la ragionevole durata dei processi, come impongono la costituzione e la convenzione europea dei diritti dell`uomo, non implichi e presupponga anche la ragionevole tempestività dell`iniziativa penale. La prescrizione, e la ragionevole durata del termine previsto per promuovere l`azione penale e pervenire ad una condanna, costituisce una garanzia per il cittadino di non essere nella pressoché permanente condizione di “processabile”, per fatti remoti e per i quali può essere difficile sia la ricostruzione processuale, sia una efficace difesa”. Il testo integrale dell’intervento di Mirabelli è sul Messaggero di questa mattina.

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