Serie B, partite truccate dalla camorra, Izzo tra gli indagati

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    ARMANDO IZZO

    ARMANDO IZZO

    Il calciatore del Genoa Armando Izzo è tra gli indagati nell’inchiesta sulle partite truccate in serie B. Camorra coinvolta nelle scommesse sul calcio. C’è anche un calciatore professionista tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli dalla quale sono emerse partite di calcio truccate a favore del clan camorristico Vanella Grassi di Secondigliano. Si tratta di alcune partite del campionato di Serie B della stagione 2013-2014, in particolare di partite giocate in Campania nel maggio 2014. Il calciatore, ora in serie A, è tra gli indagati ma non è stato raggiunto da misura cautelare. La squadra coinvolta nelle partite truccate è l’Avellino.

    Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Napoli, attraverso il calciatore, che fungeva da “contatto”, il capoclan Umberto Accurso, arrestato dai militari dell’Arma lo scorso 11 maggio, e suoi sodali hanno attratto nell’orbita criminale altri soggetti: questi hanno messo a disposizione ingenti somme di denaro per corrompere giocatori di una squadra campana di Serie B, influenzando direttamente due partite disputate nel maggio 2014.

    I carabinieri hanno intercettato alcune telefonate nelle quali si faceva ricorso a un codice per indicare le modalità di scommesse e le partite: «Dobbiamo mangiare tre polpette, abbiamo la pancia piena». Le partite che sarebbero state oggetto di scommesse sono Modena-Avellino e Avellino-Reggina.

    Il calciatore indagato è Armando Izzo, ora al Genoa. Coinvolto anche un suo ex compagno di squadra dell’Avellino, Francesco Millesi, ora all’Acireale e l’ex calciatore Luca Pini. I tre sono accusati di concorso esterno in associazione camorristica. Pini, Millesi e Izzo sono accusati di «essersi posti stabilmente a disposizione» del clan «al fine di fare da tramite e corrompere giocatori professionisti allo scopo di influire fraudolentemente sui risultati delle partite di calcio del campionato di serie B eventi sui quali gli esponenti apicali della Vanella scommettevano investendo proventi illeciti del sodalizio». In particolare Millesi e Izzo nella loro qualità di giocatori avrebbero dato «un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo diretto ad esplicare una effettiva rilevanza causale, come condizione necessaria per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione nel particolare settore delle frodi sportive, ramo di reimpiego dei guadagni illeciti dell’associazione criminale e fonte di notevoli proventi per la medesima».

    Nel corso delle indagini coordinate dalla Dda, i militari dell’Arma hanno inoltre identificato i componenti della rete di affiliati vicina ad Accurso e individuato gli specifici incarichi di armiere, capo piazza, pusher e distributori di “mesate” agli affiliati e ai familiari dei detenuti. L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda è stata eseguita nei confronti di 10 persone.

    Sette persone sono state condotte in carcere, i rimanenti tre ai domiciliari; in particolare, una persona è indagata per il favoreggiamento di uno dei capi della consorteria camorristica mentre gli altri due per aver alterato il risultato di partite di calcio professionistico a favore della stessa organizzazione, reati tutti aggravati da finalità mafiosa.

    Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale antimafia di Napoli i militari dell’Arma hanno identificato i componenti la rete di affiliati vicina al capo clan Umberto Accurso (arrestato dai carabinieri l’11 maggio 2016) e individuato gli specifichi incarichi di armiere, capo piazza, pusher e distributori di mesate agli affiliati e ai familiari dei detenuti.

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