A Siena la nuova frontiera per distruggere il cancro

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    (NEWS MEDIA) – Si può combattere e vincere il cancro come se fosse un’infezione, scatenandogli contro il sistema immunitario. Questa è la nuova frontiera nella battaglia contro il cancro, il  rivoluzionario concetto alla base del nuovo approccio terapeutico, l’immunoterapia, che è stata inserita al primo posto tra le 10 maggiori innovazioni scientifiche degli ultimi anni (in “Science”, 2013).

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    Vi è una differenza profonda di approccio alla cura del cancro tra le tre  tradizionali terapie di protocollo, la chemioterapia, la radioterapia e la chirurgia oncologica ed altre terapie mirate come l’ormonoterapia,  che, anche interlacciandosi tra di loro, prendono di mira il tumore, e la quarta, l’innovativa immunoterapia che va invece ad sollecitare e rinforzare il sistema immunitario del paziente, inducendolo ad attaccare e distruggere le cellule malate dall’interno.

    Ed altrettanto importante, il sistema immunitario, così sollecitato, “ricorderà” di attaccare le cellule cancerogene nel futuro, evitando il rischio di nuove recidive, di nefaste metastasi. Furbe e sempre più vitali succhiando zuccheri e grassi dal corpo del paziente, le cellule cancerogene riescono a mascherarsi al controllo del sistema immunitario, a sfuggire, crescendo indisturbate, e a non farsi distruggere dalla perenne battaglia del sistema immunitario contro i virus e altri agenti patogeni.

    Questa maschera oggi si può togliere. Ciò che inibisce il sistema immunitario dall’attaccare le cellule cancerogene si può eliminare. Con gli inibitori dei “checkpoint” immunitari, l’immunoterapia  mirando alle cellule T del sistema linfatico per aumentare o meglio “disinibire” la risposta immune ha segnato importanti conquiste cliniche e fornito una valida arma contro il cancro. Oggi questa terapia offre una remissione duratura ad una buona percentuale di pazienti per molti anni e per certe tipologie di tumori nefasti, quali il melanoma metastatico, una parola insperata, magica: guarigione.

    Dopo la significativa conclusione dell’ESMO, il Congresso della European Society for Medical Oncology,  appena svoltosi a Copenhagen il 7-11 ottobre 2016, con risultati molto positivi e promettenti terapie attive che hanno alzato di molto le percentuali di sopravvivenza per alcune nefaste neoplasie, ecco che si aprono altri importanti scenari sulla cura del cancro.

    Un convegno internazionale di immunoncologia “Cancer Bio-Immunotherapy – 14° NIBIT Meeting” si svolgerà a Siena dal 13 al 15 ottobre 2016 ed è  promosso dal NIBIT, Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori,  la rete oncologica con sede a Siena.

    Il Convegno vedrà la partecipazione di ben noti studiosi  da vari Paesi e di illustri medici ed oncologi italiani, Michele Maio, Alberto Mantovani, Pier Franco Conte, Soldano Ferrone oggi a Boston, che hanno raccolto ambiti premi e riconoscimenti internazionali indicando la strada tutta italiana verso la nuova frontiera dell’immunoterapia. In Italia ma anche all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, visti gli ottimi risultati che si sono ottenuti in immunoncologia, c’è oggi una forte tendenza ad attivare nuovi centri specialistici e la ricerca italiana in questo è diventata l’apripista in ambito internazionale.

    Un pioniere dell’immunoncologia, il Prof Michele Maio, direttore del Reparto di Immunoterapia dei tumori  dell’AOU di Siena, l’Ospedale Santa Maria alle Scotte, e  presidente di NIBIT, Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori e della Fondazione NIBIT,  è diventato il  punto di riferimento in Italia e in ambito internazionale.

    L’AOU senese è stata la prima in Italia ad aprire un reparto interamente dedicato all’immunoterapia oncologica, sin dall’inizio con  primaria caratterizzazione nella ricerca clinica sull’immunoterapia ma dove si applicano anche tutte le altre strategie terapeutiche contro il cancro.

    Il team del Prof Maio, partito dalla cura del  melanoma cutaneo e del glioblastoma, con un approccio terapeutico che può funzionare praticamente in tutti i tipi di tumore,  sta già da tempo lavorando per sviluppare la stessa strategia sul cancro al polmone, che ha una maggiore incidenza.

    Si tratta di una strategia terapeutica che ha già sostituito la chemioterapia nel caso del melanoma avanzato – con diversi farmaci per cura confermata ed adottata anche dal FDA, Food & Drug Administration negli Stati Uniti – e in alcuni stadi del cancro al polmone, con ottimi risultati di ricerca.

    Al Convegno senese parteciperà il Prof Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University a Milano, uno dei maggiori esperti a livello mondiale di immunologia e infiammazioni, il più citato scienziato italiano per la ricerca medica in Italia e tra i 10 più citati immunologi al mondo.

    Un precursore negli anni ‘70 sulla correlazione tra le infiammazioni e l’insorgenza del cancro, Mantovani ha posto le basi degli attuali sviluppi dell’immunoterapia, dimostrando come il microambiente infiammatorio che circonda la cellula tumorale costituisca un habitat essenziale per lo sviluppo e la diffusione del cancro. Per queste ricerche ha ricevuto, tra gli altri, anche il Premio Europeo di Oncologia 2016 a Bruxelles.

    L’ intervento di Mantovani al Convegno senese tratterà la sua scoperta su alcune cellule immunitarie, i macrofagi, essenziali nella reazione infiammatoria, ma che possono  comportarsi all’opposto, facendo crescere e proliferare il tumore.

    A Siena interverrà anche il Prof Pier Franco Conte, direttore di Oncologia Medica 2,  Istituto Oncologico VenetoIRCCS  e direttore UOC Oncologia Medica 2, Università di Padova. E’ anche coordinatore tecnico-scientifico della Rete Oncologica Veneta che  si occupa di immunoterapia dei tumori solidi, soprattutto del tumore al seno, che è la maggiore incidenza di malattia nelle donne, con 45.000 nuovi casi all’anno in Italia.

    È nato così il progetto “A Brave Trial”, che Conte presenterà al Convegno,  per illustrare uno studio clinico randomizzato, appena partito quest’anno e con durata per i prossimi cinque anni,  sulle pazienti operate di cancro al seno del tipo “ triplo negativo” che, non trattabili con terapia ormonale e biologica, nonostante il trattamento chemioterapico siano ancora a rischio di ripresa della malattia.

    “A Brave Trial” è stato presentato come “clinical trial” al registro database dei  National Institutes of Health degli Stati Uniti, appena il 5 ottobre 2016. Sarà un altro traguardo della ricerca italiana in ambito internazionale per sconfiggere il cancro.

    Silvana Stazzone

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