Calcio. Abete: “Esclusione Turchia dalle competizioni Uefa? Sarebbe un errore”

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    Giancarlo Abete

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    L’opportunità di disputare i prossimi Europei previsti in Francia, la preoccupazioni di alcuni giocatori ancora sotto shock, due partite rinviate per ordine pubblico e i fischi in Turchia. Il vicepresidente della Uefa Giancarlo Abete, in diretta su Radio Incontro Olympia, analizza i temi insidiosi con cui deve fare i conti anche il mondo del calcio in questo momento.

    “E’ un momento difficile per tutti noi, da cittadini ancor prima che da calciatori, dirigenti o tifosi. In questi anni gli stadi sono stati obbiettivi sensibili, ma è naturale visto che lo stadio determina una grande opportunità per il numero di persone presenti e per la visibilità che garantisce. Lo stadio può essere uno strumento straordinario per trasmettere messaggi positivi come successo ieri sera con lo stadio di Wembley, ma allo stesso tempo nasconde grandi rischi di esposizione ad atti di terrorismo come venerdì durante la sfida tra Francia e Inghilterra. Ieri è arrivato un messaggio forte da Wembley e poi c’è stato un messaggio negativo dalla Turchia con i fischi prima di Turchia-Grecia. In questi casi bisogna sempre essere molto attenti a non generalizzare, il comportamento di una minoranza non può penalizzare la collettività.
    E’ chiaro che è necessario analizzare il fatto specifico, e se ne occuperà chi è preposto a farlo, ma non cadiamo nell’errore di estendere il ragionamento a qualcosa di più grande. Il processo di integrazione è ormai consolidato in ogni paese, in ogni nazione e non possiamo rischiare di creare un danno ancora maggiore colpendo una nazione intera con l’esclusione dalle future competizioni, si innescherebbe una spirale di odio che invece vogliamo evitare. Il rischio è che l’ala moderata del mondo musulmano venga trasportata in una situazione di contrasto strutturale, questo è quello che vorrebbero queste persone e che noi dobbiamo evitare. Non possiamo permettere che l’iniziativa di poche persone faccia diventare un messaggio negativo un qualcosa di strutturale”

    EURO 2016 – “Il primo segnale ci sarà il 16 dicembre con i sorteggi che si svolgeranno regolarmente come previsto. Non dobbiamo commettere l’errore di far diventare la paura una rassegnazione all’impotenza di tornare alla normalità. Noi dobbiamo dare un indirizzo che è quello di rispondere con un messaggio chiaro, non essere condizionati, dobbiamo essere vigili ma continuando a vivere la normalità. Poi se tra sei mesi ci saranno le condizioni o no questa non è una valutazione che spetta a noi. Ieri sera Germania-Belgio doveva essere la vetrina per lanciare una risposta e un messaggio positivo, poi sono subentrati motivi di ordine pubblico e ovviamente la partita è stata annullata. Ma queste valutazioni non spettano a noi e ovviamente sono prioritarie. Però se le condizioni lo permetteranno il calcio non si tirerà indietro”

    SICUREZZA STADI ITALIANI – “Il tema sull’inadeguatezza degli stadi italiani rispetto al resto d’Europa è oggetto di discussione da diversi anni. Però collegare questo ad una causa-effetto sulla sicurezza mi sembra fuori luogo. Anche perchè abbiamo visto ieri sera partite rinviate, che si sarebbero giocate in stadi che sono eccellenze”

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