Stadio della Roma, Magliaro (Il Tempo): Berdini vuole ridurre le cubature

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    Stadio della Roma. Fernando Magliaro, de Il Tempo:«L’assessore Berdini vuole ridurre le cubature dello Stadio della Roma» a Rete Sport fm 104.200.

    Ai microfoni di Rete Sport è intervenuto Fernando Magliaro, giornalista de Il Tempo, per parlare delle novità riguardanti il nuovo stadio della Roma, e la possibile riduzione del progetto, di cui ha trattato recentemente in un articolo.

    Stadio della Roma

    Stadio della Roma

    Il suo articolo riguardo al nuovo stadio della Roma si potrebbe leggere come il passaggio da un progetto più vasto, con annessa la realizzazione delle opere di pubblica utilità, ad un progetto più contenuto e senza, o quasi, la realizzazione delle opere di pubblica utilità a cui però è riconosciuto un interesse pubblico?

    «Volendo si potrebbe leggere così, ma si deve tenere presente una cosa: ciò che abbiamo anticipato oggi, su cui abbiamo lavorato in quattro, cinque, per una quindicina di giorni in un pezzo complesso, è uno scenario. Non si verificherà domani mattina. È uno scenario possibile, plausibile. Partendo da determinati presupposti abbiamo fatto delle verifiche, una serie di interlocuzioni, ed è uscita questa storia. Se si verificherà davvero è un altro conto.

    Il volere dell’assessore Berdini è vedere come ridurre le cubature e questo non è un mistero, lo ha detto tantissime volte. Sulla base di questo siamo andati a vedere quali potrebbero essere questi scenari. Poi magari non si verificheranno e vedremo che certe cose, che avevamo in testa, non si possono fare. Secondo elemento: non è che Berdini possa cancellare una determinata opera pubblica. Non la cancella. Si fa, ad esempio, a spese dello Stato, e indipendentemente dallo stadio della Roma, il Ponte dei Congressi. È un ponte che in teoria sarebbe meno di  un km a monte, direzione centro, rispetto allo stadio e di fatto due km prima di quello che dovrebbe costruire la Roma.

    Perché costruirli entrambi? Quello della Roma potrebbe essere ritenuto ridondante. Il ragionamento quindi non è di eliminare un’opera ma sostituirla con un’altra».

    Nel vostro articolo avete presentato l’ipotesi più estrema, con la cancellazione di molte opere: c’è un margine di trattativa secondo lei quando le parti saranno alla Conferenza dei Servizi?

    «In realtà no. Innanzi tutto non è l’ipotesi più estrema, perché la più estrema sarebbe quella della cancellazione totale delle torri. Quando si fanno calcoli sullo sviluppo delle cubature ci sono dei parametri fissi e sono relativi alla quantità di soldi che il privato spende per realizzare le opere pubbliche. Se spendi 445 milioni di euro e ti tolgo opere per 104 milioni di euro, fatti i debiti calcoli che noi abbiamo fatto a spanna, più o meno corrisponde ad una torre e mezza circa. Ci sono altri parametri però che si possono trattare nella Conferenza dei Servizi e a quel punto si potrebbe arrivare all’equivalente di due torri. Poi magari potrebbero decidere di fare una sola torre, più grande, invece di due più piccole».

    Alla luce dei cambiamenti che prevede l’interesse del proponente rimane lo stesso?

    «Il problema è che se l’assessore Berdini pensa che la parte di cubatura sia eccedente è un’idea legittima. La legge italiana dice che devono esserci equilibri economico finanziari e questi equilibri si sono trovati dopo una trattativa in cui il comune ha chiesto un aumento delle opere pubbliche e una riduzione delle cubature. Oggi lo scenario che noi dipingiamo è quello in cui l’amministrazione tenta di condurre un’operazione verso la diminuzione ulteriore della cubatura».

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