Rimettete gli orologi, mancano tre minuti a mezzanotte!

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    FantozziSe ne va un brutto anno, per il mondo, l’Europa e l’Italia e, quindi, anche per noi piccoli uomini di questo triste tempo. Il 2015 è stato l’anno in cui ci siamo resi conto di quanto sia piccolo il pianeta: ce lo ha ricordato Al Baghdadi con gli attentati di Parigi, dopo un crescendo di atti di violenza, contro il patrimonio artistico mondiale, contro le minoranze, contro le donne. Finché si è trattato di queste tre vittime ce ne siamo fregati, quando fanatici nichilisti nati in Europa hanno cominciato a scaricare i kalashnikov addosso a europei come noi, in contesti familiari, in una città che è la città europea per eccellenza ci siamo resi conto del prezzo da pagare per trent’anni di geopolitica folle a stelle e strisce. Come sempre l’inerzia è una scelta: scelgo di subire le conseguenze delle scelte altrui.

    E’ un’arte tutta italiana sommamente epitomata in quel famoso comunicato di Badoglio, diffuso via radio in quel fatale 8 settembre 1943, dove si dichiaravano le forze armate pronte a reagire ad attacchi esterni “da qualunque parte essi provengano”. Insomma, vai avanti tu che a me vien da ridere. Uno che ride spesso è proprio Renzi e mi domando cosa susciti tanta ilarità: è a capo di un governo sorretto da una maggioranza sbilenca che ha al suo centro un partito sempre più oligarchico e sempre meno aperto alla base (ammesso che ne esista ancora una) più la stampella di Alfano e soci (che sono sempre meno).

    Ha inanellato una castroneria dietro l’altra: creato da Napolitano e mai votato (le Europee non fanno testo, il 41% del 50% degli aventi diritto non è la maggioranza reale nel paese), ha prodotto solo orrori e obbrobri a partire dalla riforma del lavoro, un papocchio che si regge, per l’effetto espansivo, solo sulla decontribuzione dei nuovi assunti (e finiti i soldi per quella, finito l’effetto espansivo), per continuare con la legge elettorale, più incostituzionale dell’orrendo Porcellum, e finire con le manovre di finanza pubblica finanziate col deficit spending che ora fa più fino chiamare “flessibilità europea”. Non che Frau Merkel abbia ragione (anzi), complice anche l’inaspettato secondo fronte dell’immigrazione da Est, che ha creato una breccia nella stolida corazza di certezze teutoniche, ma Renzaccio la batte di sette lunghezze e condisce il tutto con le sue smargiassate (epocale il gufetto stilizzato sulle slides di fine anno).

    Dall’altra parte, l’Opposizione tutta offre uno spettacolo consolante: la salma riesumata di Berlusconi, che torna a ripetere i soliti mantra, puzza di putrido, Salvini è un disco rotto e tutti hanno già dimenticato gli appetiti leghisti, tranne il governatore Maroni che ha le sue belle beghe (il compagno Penati assolto dev’essere stato un colpo al cuore del sassofonista lombardo), mentre i grillini passano il tempo ad emanare fatwe ed espulsioni a chi non consegna i dindi e il pacco di scontrini, secondi in tristezza solo alla sparuta pattuglia di ex ex ex comunisti, i rosa pallido, capitanati da Fratojanni e Fassina, inevitabilmente destinati al mitico “zero virgola” a qualunque tornata elettorale, compresa quella per il comitato di quartiere.

    Non vi voglio, però, rattristare oltre modo, miei due o tre lettori: tifiamo disperatamente per un 2016 migliore, mettendo in conto un 2016 peggiore. Ottimismo della volontà e pessimismo della ragione. Temo che il menù di capodanno non possa consentirci altro, per ora.

    Quindi, rimettete gli orologi, anno nuovo, roba nuova e, soprattutto, occhio all’ora illegale del Maestro Canello!

    Cosimo Benini

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