Le rubriche di RomaDailyNews - OPS - Opinioni politicamente scorrette - di Arrigo d'Armiento

Il presidente degli italiani lo eleggano gli italiani

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    Il presidente degli italiani lo eleggano gli italiani –

    Giovedì, alla quarta votazione per il presidente della repubblica, si comincerà, forse, a vedere quali sono le intenzioni vere dei diversi gruppi politici. La gente, come succede ogni sette anni, si chiede se non sarebbe meglio l’elezione diretta popolare del capo dello Stato. Se il presidente deve rappresentare il popolo, si faccia eleggere dal popolo. E gli italiani si dividono in due gruppi l’uno contro l’altro armato. Armato di idee un po’ confuse. Vediamo di chiarire il problema.

    Giuseppe Maranini ha dimostrato che il parlamentarismo si traduce in un aumento del potere dei partiti e nella fine del potere del parlamento. Il tiranno senza volto, così Maranini chiamava la partitocrazia. In Italia il sistema non funziona più perché i partiti, usurpatori del parlamento, non esistono più, crescono e calano a ogni votazione e a ogni sondaggio senza riuscire più a controllare il parlamento.

    Con la netta separazione dei poteri esecutivo e legislativo, si rafforzano sia il governo e sia il parlamento. Il presidente eletto dal popolo risponde solo al popolo. E così il parlamento. Ma oltre all’elezione diretta del presidente, occorre l’eliminazione del voto di fiducia (il governo ha la fiducia del popolo e gli basta) e l’abolizione del potere di scioglimento anticipato delle camere, che le fa dipendere dal presidente.

    Se poi alla riforma costituzionale si aggiunge la riforma elettorale, con il sistema maggioritario uninominale con ballottaggio, sia per il presidente e sia per le camere, avremmo la vera democrazia. E’ così in America, e è così in Francia, per esempio.

    In Gran Bretagna, diceva Maranini, c’è una sorta di presidenzialismo di fatto: il capo del partito che ha la maggioranza assoluta (col maggioritario uninominale) è anche il capo del governo che, per lunga tradizione, solo nuove elezioni possono sostituire.

    E’ evidente che il sistema pseudopresidenziale o pseudoparlamentare inglese non può essere adottato in Italia: a Londra c’è una regina, e l’Italia non rinuncia alla repubblica. Ne consegue che, per far funzionare le istituzioni, occorre la separazione netta di esecutivo e legislativo, come spiegato sopra. Insomma, il sistema presidenziale americano, oppure quello semipresidenziale francese, più adatto alla tradizione di una ex monarchia come è in Italia.

    Arrigo d’Armiento

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