La Lazio ferma la Lokomotiv e si contenta del 2-0

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    La Lazio ferma la Lokomotiv e si contenta del 2-0 –

    Non che la Lokomotiv abbia mostrato tanta capacità di correre, diciamo pure che più che a una locomotiva stasera somigliava a un trenino dei pendolari, ma la Lazio l’ha sùbito fermata, imbrigliata con un gioco di prima qualità.

    Sempre primi sulla palla, i biancocelesti hanno comandato dal primo all’ultimo minuto, lasciando inoperoso Strakosha, che ha potuto dedicarsi senza pause a masticare la sua gomma americana preferita.

    Il risultato di 2-0 è un po’ bugiardo, se si guarda al gioco, se si contano le visite in territorio avversario, i tiri in porta. Il tre a zero è stato a portata laziale più volte, soprattutto col tiro di Pedro che ha fatto tremare la traversa, una traversa un po’ traditrice, visto che è curata amorevolmente in casa.

    L’impressione, però, è che i biancocelesti si siano accontentati sùbito del vantaggio di due gol e non abbiano voluto infierire sui giovani ospiti. Sarri dovrebbe spiegare a chi non lo avesse ancora capito, che nelle partite di pallone i gol di vantaggio non sono mai abbastanza, gli avversari possono sempre trovare l’occasione favorevole, o un po’ di fortuna, per metterti nei guai.

    I gol di oggi sono soltanto due, e firmati da due calciatori in rima: Basic e Patric. Il primo è arrivato al 13’ del primo tempo. Felipe Anderson vede un vicolo libero tra lui e Pedro, gli passa la palla che l’ex romanista gira con un perfetto cross sulla testa dell’accorrente Basic che la colpisce con forza mirando dove Guilherme non può arrivare. Primo gol di Basic con la maglia della Lazio nella sua prima partita da titolare.

    Al 38’ è Patric, che ci aveva già inutilmente provato, a mettere la sua firma, in rima con Basic, a un gol da perfetto opportunista. Luis Alberto dalla bandierina butta un pallone a pochi centimetri davanti a Guilherme che annaspa, non riesce a acchiapparlo e Patric, che si trova a passare proprio lì, lo devìa con la coscia dentro la porta.

    L’arbitro potrebbe, ma non può, soffiare adesso tre volte sul fischietto, perché tutti hanno capito che la partita è virtualmente terminata. Ma, deve aver pensato, se fischio, poi, magari non mi pagano la trasferta… E la partita prosegue sullo stesso spartito, con la Lazio gatto che gioca col topo russo, spaventandolo senza mangiarlo.

    Fino all’ultimo minuto i biancocelesti provano a aumentare il vantaggio, ma lo fanno senza la volontà di infierire, senza cattiverìa. Al 76’ Milinkovic Savic, entrato al posto di Luis Alberto che Sarri non vuole che si affatichi troppo, riceve da Felipe Anderson un pallone che dice: Spingimi dentro la porta. E Sergei che fa? Aspetta un po’, poi sceglie di ricorrere all’arte di una prodezza da pallone d’oro che però si perde in alto.

    Dopo di lui, è Felipe Anderson a non voler essere da meno e spreca un tiro che tutti avevano già visto dentro.

    Insomma, la Lazio si è accontentata del due a zero. È meglio però che impari presto a approfittare di tutte le occasioni che le si presentano. Nel prossimo turno, all’Olimpico arriverà l’Olympique Marsiglia, non sarà per niente facile come con la Lokomotiv.

    Bruno Cossàr

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