Lazio molto fair e poco play e il Toro vince 3-1
Più informazioni su
Lazio molto fair e poco play e il Toro vince 3-1 –
Hanno sorriso per 90 minuti, anche quando cadevano a terra, quando l’avversario li stendeva senza pietà. Insomma, una partita all’insegna del fair play, un po’ esagerato.
Il primo tempo è stato tutto una specie di quadriglia, adesso io attacco e tu ti difendi, poi ci scambiamo le parti. Nessun gol, nemmeno tiri in porta, soltanto su e giù per il campo, con continui scambi di cortesie.
Nel secondo tempo la musica è cambiata, niente più quadriglia, sembrava quasi una partita di calcio.
La Lazio, senza averne la forza nelle gambe, prova ad attaccare i granata col risultato di sbilanciarsi troppo in avanti e regalando facili contropiedi agli avversari. Iago Falque al 50’ e Lukic al 53’ si trovano soli soletti davanti al povero Proto che viene infilzato senza pietà.
Il problema dei laziali è irrisolvibile: non riescono a correre come i granata, ogni volta che provano a attaccare, poi non riescono a tornare indietro a contrastare l’avversario.
Un po’ d’orgoglio la Lazio lo trova al 66’ con Ciro Immobile che si ricorda finalmente come si fa a fare gol e ne fa uno da manuale del calcio: cattura il pallone nell’area granata e, invece di tentare il solito inutile passaggino, lo infila rapidamente dietro le spalle di Sirigu. Poi non esulta, ricordando tutti i gol fatti con la maglia granata. Ci voleva lo stadio del Grande Torino per fargli ricordare come si fa.
La Lazio riprende coraggio, comincia a credere di arrivare al pareggio e va all’arrembaggio di Sirigu. Errore. Non si può andare all’arrembaggio se non si ha nelle gambe la forza per tornare indietro.
E così, il Toro nell’ennesimo contropiede va ancora a rete in una situazione confusa, nella quale l’unico laziale che si muove nel modo giusto, mentre i colleghi rimangono a guardare, è il povero Proto che para e respinge ma non può impedire all’irrompente De Silvestri di scaraventare alle sue spalle il pallone respinto. Poi esulta per il 3-1 e viene abbracciato dai compagni. Improvvisamente ci ripensa, ricorda di essere laziale e prova con grande fatica a spegnere il sorriso stampato sulle sue labbra.
Era destino che Immobile segnasse al suo (ex) Torino, era destino che De Silvestri segnasse alla sua (ex) Lazio.
E così il Toro conclude il campionato davanti alla Lazio, una squadra felicemente appagata dalla conquista della Coppa Italia e dall’accesso all’Europa League.
Bruno Cossàr