Lazio spenta travolta dal Milan: 0-3

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    Lazio spenta travolta dal Milan: 0-3 –

    Sì, proprio spenta la Lazio di questa sera. E è incappata in un Milan improvvisamente svegliatosi dopo un lungo letargo.

    Se la Lazio giocasse sempre così, oggi sarebbe in classifica al posto del Milan. E il Milan, se giocasse sempre come ha giocato oggi, sarebbe al posto della Lazio. Auguriamo al Milan di giocare così anche nel prossimo turno, quando incontrerà la Juventus, la Lazio ringrazierà.

    Tre gol sono però pesanti da digerire. Il primo, di Calanoglu (più tardi infortunatosi e sostituito da Paquetà) al 23’ del primo tempo, è un bel gol, uno di quelli di cui è specialista Luis Alberto, a cui invece oggi il miracolo non è riuscito. Gli mancava Immobile – che per la verità mancava a tutta la Lazio – cioè l’attaccante sempre mobile, a dispetto del cognome, a cui è un piacere passare l’assist vincente.

    Biancocelesti fino a quel momento solo un po’ stanchi, sono stati abbattuti da uno svantaggio che, come spesso accade alla squadra di Inzaghi, si trasforma quasi sempre nello schiaffo che sveglia e fa ritrovare le forze.

    Non che non ci abbiano provato, ma si è visto sùbito che le gambe degli undici romani non erano le solite. Un po’ piantati in terra, sempre in ritardo sui palloni, sono crollati al 34’ col rigore realizzato fortunosamente da Ibrahimovic.

    Il rigore c’era, in base alla cervellotica regola in vigore da poco secondo la quale il braccio deve essere sistemato lungo il corpo, non solo attaccato al corpo. Radu s’è voltato al momento sbagliato quando Saelemaekers (ma dove li trovano questi cognomi?) gli ha sparato addosso il pallone colpendolo al braccio. Che doveva fare Radu? Staccarsi il braccio non poteva, non aveva il bisturi con sé. E Calvarese, senza mostrare segni di essere dispiaciuto, ha fischiato il rigore. Gli arbitri, si sa, non devono avere sentimenti.

    Strakosha ha fatto il miracolo di intercettare il pallone, cosa difficile quando a tirare è Ibra, ma poi il traditore gli è passato sotto l’ascella, ha fatto una breve sosta fuori della linea di porta, poi ci ha ripensato e con una giravolta è entrato dentro.

    Sul 2-0 la Lazio è crollata. Già faceva fatica prima, dopo il rigore ha perso oltre alle gambe la speranza.

    Inzaghi le prova tutte per ricaricare almeno un po’ le batterie alla squadra. Al 46’ sostituisce Leiva con Adekanye, che ha faticato a capire che cosa doveva fare, salvo correre di qua e di là. Poi Lukaku, che non è più quello dell’anno scorso, ha sostituito il fantasma di Jony. È poi Radu a essere sostituito da Vavro, che non migliora la situazione, anzi.

    Dopo il terzo gol milanista, di Rebic al 59’, Inzaghi sostituisce Correa – una mezza punta che, come Luis Alberto, non riesce a fare la punta – facendo entrare Cataldi, poco propenso a fare miracoli, e manda in panchina Milinkovic Savic, che chiedeva il cambio, sostituendolo con Anderson, che ha capito che cosa doveva fare solo dopo il fischio finale.

    Il gol di Rebic, entrato al posto di Ibra, ha mostrato il grado di stanchezza e rassegnazione dei biancocelesti. Bonaventura gli passa la palla e lui la gira in porta senza essere disturbato dalle stelle della Lazio rimaste a guardare.

    La Juve s’allontana, ma ancora c’è tempo per sperare. Al prossimo turno tornano Immobile e Caicedo e il Lecce di Liverani non è il Milan. E se il Milan si decidesse di giocare anche contro i bianconeri come ha giocato oggi…

    Bruno Cossàr

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