Roma: un futuro da riscrivere

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In questo momento di grande emergenza planetaria anche per la Roma la parole d’ordine è incertezza. Forse, però, rispetto ad altre società calcistiche quella giallorossa sta risentendo maggiormente di questo indispensabile e fisiologico blocco di ogni attività sportiva, politica e economica.

La crisi mondiale è arrivata in un momento chiave della sua storia, forse in quello più delicato, probabilmente in quello più importante. Quando mancava davvero un soffio, o forse meno, al passaggio di proprietà al Gruppo Friedkin. E quando si stavano definendo gli ultimi tecnicismi relativi allo Stadio di Tor di Valle.

A dir la verità sulla questione Stadio, nonostante l’emergenza Coronavirus, qualcosa si è mosso. Mancano ancora alcuni necessari passaggi ma ormai l’accordo sembra davvero totale. E quando si concretizzerà il passaggio di alcune società del Gruppo Parnasi all’immobiliarista ceco Vitek, tutto sarà più chiaro.

Ma l’improvviso stop nel passaggio di mano del pacchetto di maggioranza creerà naturalmente importanti quanto preoccupanti ritardi nella programmazione della prossima stagione. Prima di tutto c’è da verificare se l’interesse di Friedkin è ancora concreto oppure se la trattativa può considerarsi saltata. In questo secondo caso Pallotta dovrà continuare a guidare la Roma, magari aspettando che si faccia avanti qualche altro acquirente.

Prima però di buttarsi anima e corpo nella prossima stagione c’è da vedere come terminerà l’attuale. Sempre che prosegua. In questo momento è pressoché impossibile anche soltanto ipotizzare quando, come e se riprenderà. L’incertezza è totale. Il calcio italiano naturalmente spinge per proseguire le competizioni, non certo per puro spirito sportivo ma per evitare che gli emolumenti relativi ai contratti con le Pay-Tv siano rivisti e corretti verso il basso.

Quindi in ballo sono la trattativa per la cessione, l’iter dello Stadio, la conclusione di questa stagione e la programmazione della prossima. Ognuna di queste situazioni è legata alle altre. Ognuna di queste situazioni è sospesa dalla crisi sanitaria mondiale.

Ma il vero problema, alla base di tutto, non è quando terminerà l’emergenza. E’ soprattutto la condizione dell’economia mondiale in quella data.

Andrea Felici

 

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