La diatriba tra Trump e TikTok: di che si tratta

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    Ad inizio agosto, il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, ha emesso due ordini esecutivi con il preciso scopo di impedire alle imprese degli USA l’acquisto di quote di TikTok e di WeChat.

    La diatriba tra Trump e TikTok è stata giustificata dal fatto che l’app sviluppata da ByteDance è di proprietà cinese. Quindi, secondo il presidente degli Stati Uniti d’America potrebbero essere impiegate con il preciso scopo di portare a termine operazioni di spionaggio e, soprattutto, di dare il via a campagne di disinformazione, volte ad apportare importanti benefici al Partito Comunista Cinese.

    Come hanno reagito i vertici di TikTok?

    In diverse occasioni, i dirigenti di TikTok hanno tentato in tutti i modi di dimostrare la loro buona fede, non ponendosi problemi nel dare accesso all’algoritmo e creando nuovi posti di lavoro a livello mondiale e soprattutto negli Stati Uniti. Nulla da fare. Donald Trump ha proseguito imperterrito nella sua crociata personale ai danni della Cina.

    Quali provvedimenti concreti ha preso l’amministrazione Trump ai danni di TikTok?

    Per questioni, a dire del presidente statunitense, aventi a che fare con la sicurezza nazionale, è stato necessario firmare l’ordine esecutivo che comporterà il blocco di tutte le transazioni con ByteDace dal 20 settembre. Le filiali attive negli USA dovranno essere cedute a partire dal 12 novembre, stando a quanto stabilito all’interno del secondo ordine esecutivo.

    A questo punto, i dirigenti di TikTok si sono opposti, presentando una denuncia in tribunale.

    Quali sono le reali motivazioni che hanno indotto il governo degli Stati Uniti d’America all’emissione di questi due ordini esecutivi?

    Sostanzialmente, questa mossa deve essere interpretata anche a seguito dell’apertura da parte dello sviluppatore di TikTok, di voler cedere tutte le sue quote cinesi alle principali multinazionali hi-tech negli Stati Uniti d’America. Microsoft in primis.

    Nel momento in cui i giornalisti hanno fatto lo scoop e la trattativa tra Microsoft e TikTok è venuta fuori, l’amministrazione Trum ha fatto di tutto per impedire che la vendita andasse in porto.

    La situazione si era fatta a tal punto pesante che è stato fondamentale l’intervento risolutore di Satya Nadella, CEO di Microsoft. Il dirigente d’azienda indiano, naturalizzato statunitense, si è occupato di telefonare personalmente il presidente degli Stati Uniti d’America, con lo scopo primario di porre le basi per una tregua della durata di 45 giorni.

    La tregua, in quest’ottica, è stata anche mantenuta, come dimostra il fatto che il primo divieto diverrà esecutivo a 45 giorni dalla pubblicazione dell’ordine.

    Il colosso di Redmond, di fatto, non dovrà affrontare alcuna scadenza imminente per trovare un accordo in via definitiva.

    Le dimissioni del CEO USA di TikTok

    Kevin Mayer, CEO di TikTok negli USA, ha deciso di dimettersi. Come dichiarato in prima persona, il suo intento verteva sulla conduzione dell’impresa a livello internazionale. Se l’amministrazione statunitense sta spingendo per la cessione delle filiali negli USA, è naturale che il suo compito in TikTok venga meno.

    Lo stesso CEO e fondatore di TikTok, Zhang Yiming, ha lasciato chiaramente intendere che le dimissioni di Kevin Mayer sono da ricondurre esclusivamente a questioni di natura politica. In una lettera ai dipendenti, Zhang Yiming, dopo averli ringraziati per il prezioso lavoro svolto, si è soffermato sul fatto che l’intento di Donald Trump non è quello di mettere in crisi solo ed esclusivamente una realtà imprenditoriale multinazionale del calibro di TikTok, ma al contrario quello di ottenere un ban globale delle imprese cinesi negli Usa. Un intervento diretto e a gamba tesa, quello in questione.

    Il suo ruolo verrà al momento ricoperto da Vanessa Papper, in precedenza, general manager in TikTok.

    Conclusioni

    Lo scontro tra Donald Trump e TikTok, e quindi con il governo cinese, si fa sempre più infuocato. Per conoscere l’esito di questa diatriba, occorrerà attendere la decisione del tribunale. Obiettivo della sua amministrazione, comunque, sembra essere quello di incassare una somma importante sul prezzo di rivendita.

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