ANNI DI METALLO 1.0 – LE INTERVISTE: THE RAFF

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    Intervista esclusiva

    Pochi giorni fa Roma Daily News ha pubblicato il report della serata passata al Closer Club di Roma per assistere al concerto/evento “Anni di Metallo Live 1.0”, organizzato da Gianfranco Belisario. Abbiamo raccolto una serie di interviste in cui i ragazzi delle band che hanno partecipato, tra impressioni e confidenze tra amici, si sono raccontati.

    Ecco quella fatta ai Raff e precisamente con Chris Bianco (voce e basso) e Tony Arcuri (chitarra).

    Salve ragazzi, i nostri lettori gradirebbero una vostra presentazione.

    (Chris) – Siamo i RAFF, un trio che si è riformato dopo diversi anni. Nasciamo intorno al 1978 e abbiamo fatto diverse cose nella nostra carriera, ad esempio abbiamo suonato di spalla agli Iron Maiden, Ian Gillan, ai Ramones, agli Hunter. Abbiamo fatto 2 tournée in America e pubblicato nel 1985 un Ep autoprodotto e adesso con l’ingresso di Tony Arcuri alla chitarra abbiamo registrato il nostro primo full lenght.

    Cosa vi ha spinto a tornare in pista?

    (Chris) – Noi ci siamo sciolti ufficialmente nell’88, poi su insistenza di alcune persone che erano nel nostro giro e che volevano risentire del vecchio materiale, abbiamo deciso di rimettere insieme la band nel 2001. Ci sono state varie vicissitudini con altri membri, finché siamo giunti circa 3 anni fa alla formazione attuale: io, Chris Bianco alla voce e basso, Fabiano “Master” Bianco alla batteria e Tony Arcuri alla chitarra. La voglia di mettersi in gioco ci ha portato finalmente, dopo 35 anni di carriera, a pubblicare il primo disco.

    Dei membri originali chi è rimasto?

    (Chris) – Siamo, appunto, io (Chris) e Fabiano che in fin dei conti abbiamo fondato la band nel ’78, originariamente a Milano con il nome di Trancefusion e poi una volta trasferiti a Roma lo abbiamo cambiato in quello attuale che è Raff. Ecco, una nostra caratteristica è che abbiamo sempre cambiato chitarrista mantenendo sempre il fulcro originale, ovvero la base ritmica. Basso e batteria sono sempre stati il marchio di fabbrica di Raff, cioè quello dei fratelli Bianco.

    E il nuovo disco?

    (Chris) – Il nuovo disco, appunto, è fatto di vecchio materiale, è stato registrato circa un anno fa in uno studio qui a Roma che si chiama Bottega Del Suono con Fabio Lanciotti, grazie anche all’interessamento di un’etichetta romana e di una di Brescia. In particolare la Cruz del Sur Music di Roma si occuperà della versione in vinile, mentre la My Graveyard Production di Brescia si occuperà dei cd. Il disco verrà presentato ufficialmente il 24 maggio a Mantova in occasione dell’ Acciaio Italiano Festival.

    E voi suonerete il primo o il secondo giorno?

    (Chris) – Il primo giorno insieme alla Strana Officina, Unreal Terror, White Skull e altri gruppi.

    Perché la scelta del nuovo chitarrista è caduta su Tony Arcuri?

    (Chris) – E’ stata una cosa molto strana perché ci siamo rivisti dopo anni e anni. Per vari motivi abbiamo proprio deciso di stravolgere il gruppo, io poi per scherzo lo chiamai un giorno: “Tony, ma tu i nostri brani li conosci bene? quanto tempo ti ci vuole?”. Lui dice: “Dammi una settimana!” e dopo una settimana c’è stata la prova ed è andato tutto liscio come l’olio.

    E tu Tony come ti trovi nel gruppo?

    (Tony) – Ah, benissimo io ero un fan dei Raff negli anni ’80 quindi adesso suono i pezzi che andavo a sentire live da ragazzino. E tutti i chitarristi che hanno suonato prima di me con i Raff mi hanno tutti influenzato.

    Il suono attuale rispetto a quello degli anni ’80?

    (Chris) – Il suono attuale per me riproduce molto quelli degli anni ’80, questo era quello che volevamo fare. Tony infatti si è calato alla perfezione benissimo in questa cosa, ci ha riportato indietro a quello che era lo spirito originario. Anche nel  disco che abbiamo registrato con Fabio Lanciotti abbiamo voluto ricreare proprio l’atmosfera tipica degli anni ’80, quello era il nostro periodo clou. Non andiamo dietro le mode attuali come grunge, death metal… No, noi siamo questi, questo è il nostro sound e abbiamo voluto ricrearlo in studio.

    (Tony) – Io, dall’esterno, ho sempre visto i Raff come una via di mezzo tra i primi Maiden, Motorhead e l’energia del punk e secondo me è quello che abbiamo fatto noi pure adesso.

     (Chris) – Sia Giuliano Mazzardi (Mgp) che Enrico Leccese (Cruz del Sur Music) sono rimasti molto contenti della registrazione perché hanno detto che è perfettamente in stile anni ’80, esattamente quello che volevamo. Poi tra le altre cose Giuliano nella sua etichetta propone molto sound stile anni ’80. Penso che ci sia richiesta di questo genere da parte della gente. Quando abbiamo partecipato a due edizioni dell’Heavy Metal Night festival a Martinsicuro, lo spirito era perfettamente quello degli anni ’80, sia come look che come pubblico. E poi il metal è proprio anni ’80.

    Avete già fatto dei live con questa nuova formazione?

    (Chris) – Sì, svariati, questa è la terza volta che suoniamo qua al Closer Club di Roma. Abbiamo suonato al Jailbreak, al Traffic e appunto, come detto prima, adesso andremo a Mantova. Per cui  cercheremo di fare anche un po’ di promozione al disco.

    E rispetto agli anni ’80 come hai visto adesso il pubblico? Cambiato?

    (Chris) – Cambiato, sì, perché adesso è molto più facile starsene a casa e godere tutto. Oggi non c’è più lo spirito di andare a vedere il gruppo, uscire, aggregarsi, anche andare in una sala prove, adesso è diverso. C’è  Youtube, Facebook, My Space. Hai tutto quindi puoi comodamente vedere da casa quello che vuoi. E’ cambiato perché prima c’era molta più aggregazione.

    La risposta del pubblico nel rivedervi “on the road”?

    (Chris) – E’ ottima perché grazie a Youtube c’è più diffusione. E’ un peccato che non ci fosse all’epoca, perché l’unica cosa che avevamo erano le cassette. Adesso che c’è tutta questa tecnologia a disposizione, pochissimi la sfruttano, ma un gruppo valido ad esempio può divulgare molto di più la propria musica, si possono raggiungere molte più persone. All’epoca c’era il passaparola. Ci vorrebbe la voglia di fare del ragazzetto degli anni ’80 con i mezzi di adesso.

    Il pubblico giovane di adesso come vi ha accolto?

    (Chris) – Alcuni sono nostalgici e ci accolgono bene. Certo abbiamo un pubblico con età più alta rispetto alla media, però abbiamo anche molti ragazzini che fortunatamente possono seguirci.

    Prospettive future, a parte i concerti di cui abbiamo parlato?

    (Chris) – Quanto prima entrare in studio e preparare un nuovo album, perché di materiale ne abbiamo davvero tanto. Se avesse fortuna il disco che sta per uscire, perché non proseguire su questa strada. Speriamo che piaccia.

    E concerti oltre i nostri confini?

    (Chris) – Al momento nulla, però non si può mai sapere. Bisogna vedere come va il disco. Siccome so che le due etichette sono molto seguite anche all’estero, non si sa mai, anche perché c’è una bella scena in Germania e Olanda. Non mi dispiacerebbe.

    Ricordi dei vostri tour all’estero?

    (Chris) – Quelli americani a rivederli adesso non li rifarei mai, ma all’epoca erano una meraviglia. Partivi, suonavi, ti mettevi sul furgone, facevi 400 km per raggiungere la tappa successiva. Era un massacro, ma era divertente. Riguardando indietro dico “ma chi me lo ha fatto fare”. Oggi non lo rifarei, allora avevo 25 anni, erano altri tempi. Adesso solo alberghi di prima categoria, limousine, prima classe, jet privato (ridono)

    Ora un saluto finale ai nostri lettori e un consiglio per gli acquisti: un motivo per cui vi dovrebbero supportare?

    (Chris) – Ci devono prima di tutto “sopportare”, poi anche supportare. Perché così date una mano alla scena underground, non soltanto a noi, ma a tutti quelli che all’epoca suonavano, a tutti quelli che vogliono suonare e a tutti quelli che vorrebbero suonare e pensano che sia impossibile. Grazie a tutti voi di Roma Daily News e “keep on rockin'”!

     

    (Rockberto Manenti)

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