C’era  una volta Roma… “L’Acheropita”

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    La Vergine Maria e gli Apostoli chiesero all’evangelista Luca di dipingere il volto del Cristo per far si che potesse essere venerato da tutti i fedeli.

    Luca, orgoglioso e lusingato della richiesta, accettò senza indugio, ma nel momento in cui andò ad iniziare il suo lavoro, vide che la tela era stata già dipinta.

    Secondo un’antica leggenda, furono gli angeli a mettere mano all’opera, realizzando qualcosa di unicamente meraviglioso….il volto di Gesù era rappresentato con degli enormi occhi spalancati, penetranti, fissi nella contemplazione di qualcosa al di là della materia.

    Questo genere di opera viene chiamata Acheropita, dal greco“non fatto da mano umana”.

    Secondo la leggenda, il dipinto venne gettato in mare dal patriarca di Gerusalemme per scongiurarne il furto da parte dei saccheggiatori barbari.

    Papa Gregorio II ritrovò il dipinto a seguito di un sogno rivelatore che lo condusse nei pressi dell’Isola Tiberina. Qui l’Acheropita si levò dalle acque e volò ai suoi piedi.

    Considerata una delle più grandi scoperte artistiche del Novecento, il “talismano” ha saputo resistere a tutti i vari saccheggi dei barbari ed alle due guerre mondiali.

    Nei secoli, l’icona venne utilizzata dai pontefici come strumento di potere in grado di far cessare catastrofi e carestie, attraverso una solenne processione.

    L’opera venne restaurata nel XII secolo e può essere oggi ammirata nella cappella privata dei pontefici nei sotterranei di San Giovanni in Laterano.

    Papa Alessandro III fece coprire il volto di Gesù da un velo di seta sul quale fece dipingere una nuova immagine del volto sacro . La motivazione è tutt’oggi sconosciuta.

    Posta su un altare, è incorniciata da un’arcata con sopra inciso “Non c’è al mondo luogo più santo di questo”.

    Tra misteriose bellezze capaci di racchiudere misteri irrisolti, vi diamo appuntamento alla prossima settimana con un altro capitolo della nostra C’era una volta Roma…

    Isabella Alboini

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