Pensiero del giorno – Conversazione sul terrazzo

Più informazioni su

    “Eccoci di nuovo qui!” esclama  Lara. “Abbiamo ripreso l’abitudine di incontrarci a distanza…”

    “Ciao! Eh sì, con il cambio di colori che si susseguono senza sosta nelle regioni, è meglio vedersi da lontano” dice Lucrezia.

    Le due amiche dirimpettaie, in regime di parziale lockdown, si incontrano sui rispettivi terrazzi divenuti da qualche tempo un comodo sistema per fare salotto all’aperto.

    “Che ci vuoi fare? Bisogna avere pazienza”.

    “Tra poco è primavera. Forse le cose miglioreranno”.

    “Senz’altro”. Lara si guarda intorno. Alcuni timidi germogli stanno spuntando dai rami degli alberi del giardino”.

    “Sai, a volte ho la sensazione di essere in guerra”.

    “Non vedo eserciti o bombe, però. E neanche aerei che ci sorvolano minacciosi…”. Lara rivolge lo sguardo al cielo solcato appena da qualche timida nuvola bianca.

    “E’ vero che, se scoppiasse davvero un conflitto, l’umanità durerebbe poco. Le armi atomiche distruggerebbero tutto e tutti”.

    Lara sospira: “Bisogna essere ottimisti, amica mia. Non avere pensieri negativi. E poi, dicono che il vaccino ci salverà”.

    Lucrezia ha un sorriso incerto: “Lo spero, ma non ho mai avuto fiducia nei rimedi miracolosi. Preferisco essere realista”.

    “Come ci salveremo allora da questo virus?”

    “Credo che molto dipenda dal nostro atteggiamento”.

    Lara è scettica: “Che possiamo fare di meglio se non seguire tutte le regole? La mascherina, il distanziamento sociale, il parziale isolamento…”

    “Non lo so. Parlo dal punto di vista psicologico: mi sembra che siamo travolti dalla paura della morte”.

    “Già. I greci la chiamavano “tanatofobia”.

    “Come vedi, la questione viene da lontano. Ho letto che il filosofo greco Epicuro riteneva che lo scopo della filosofia dovesse essere quello di alleviare la miseria umana causata dall’onnipresente paura della morte”.

    “Credi che si tratti di questo?”

    “Sicuramente. Specialmente ora che viviamo queste circostanze eccezionali”.

    “E’ vero che l’uomo occidentale mira ad essere immortale. Guarda che cosa è capace di produrre…Si sta organizzando perfino per atterrare su Marte”.

    Lucrezia sembra riflettere. I suoi pensieri vagano sempre nei misteri dell’animo umano: “Lo siamo veramente, immortali. Almeno così dicono le religioni…”

    “Io non credo nell’immortalità, lo sai”.

    “Volevo dire che la mente percepisce soltanto la morte del corpo”.

    “Così è… In ogni caso, io non ho paura della morte. Temo soltanto di dar fastidio ai miei familiari nel caso mi dovessi ammalare”.

    “Comportamento saggio…”

    Lara si sposta su altri argomenti: “Hai girato qualche altro video amatoriale?”

    “No, lo sto preparando. Ti ringrazio dei costumi che mi hai prestato”.

    “E’ una buona idea quella di registrare le favole che scrivi recitandole personalmente”.

    Lucrezia ride divertita: “Non potendo incontrare i bambini dal vivo, registro per loro favole arricchendole con elementi coreografici, poi li posto online”.

    “Tutto sommato, stare di più in casa, aguzza l’ingegno. Per quel che mi riguarda, in questo periodo, ho arricchito il mio bagaglio tecnologico”.

    “Non sono brava con la tecnologia. Mi perdo nei meandri del web… Però, prendo lezioni di pianoforte”.

    Ora è il turno di Lara di ridere divertita: “Anche io, come te, strimpello qualche semplice canzoncina…”.

    Le due amiche sono felici di avere interessi in comune.

    “Siamo fortunate” commenta Lucrezia. “Con tante restrizioni, possiamo non rinunciare ai nostri interessi. Il problema, semmai, è rappresentato da chi si trova in gravi difficoltà finanziarie. Intendo quei tanti che, non potendo lavorare, faticano a mantenere i loro figli”.

    “Sì, è una situazione molto difficile”.

    “Ho ragione quindi nel dire che siamo in guerra. E il nemico, secondo me, è la paura della morte”.

    “I miei nipoti sono sereni. Forse perché vivono a contatto con la natura”.

    “Ma c’è chi soffre veramente. Senza parlare degli adolescenti, dei bambini; dei giovani in generale. Io do un aiuto empatico a chi sta in difficoltà”.

    “Sarebbe a dire?”

    “Sai che credo nella legge di attrazione che recita: ‘Quello in cui credi, lo attiri’…”.

    “Va bene, ma che cosa vuoi attirare?”

    “Un mondo migliore, in cui tutti abbiano il necessario per vivere e chi è responsabile del bene comune faccia del suo meglio per procurarlo e metterlo a disposizione”. Lucrezia vibra di un sincero ottimismo: “Sono certa che i miei mantra funzioneranno”.

    Lara accarezza i suoi gerani: “Certo che abbiamo molto da imparare da questa situazione anomala…”.

    “Io ho scoperto una cosa importante. Ho imparato a ringraziare. Non dico che fino ad ora ho dato tutto per scontato, ma non ho mai riflettuto abbastanza sul miracolo di essere viva”. La donna sposta lo sguardo in alto dove, su una collina, si ergono tre conventi di suore e l’antico Duomo. “Come diceva Einstein: ‘Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo, l’altro che tutto è un miracolo’. Ecco, io sto cominciando a considerare ogni piccolo avvenimento delle mie giornate un miracolo, e ringrazio per questo”.

    “Sei molto filosofa. Altro che Epicuro!” Lucrezia ride della battuta dell’amica.

    “La spiritualità mi ha sempre affascinato. Da piccola volevo diventare una santa ma, dopo tanti anni di tentativi, non credo di esserci riuscita. Anch’io ho paura della morte”. Lucrezia ora ride della propria battuta.

    “Dai, coraggio, andiamo a occuparci delle nostre cose. Il sole volge al tramonto. Voglio fare delle fotografie spettacolari oggi”.

    “E ti riescono molto bene. Ciao, cara Lara, a domani”.

    “A domani Lucrezia, con storie nuove e foto nuove”.

    Maria Rosaria Fortini

    Più informazioni su