Pensiero del giorno – In biblioteca

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    “Ciao Annabella”.

    “Ciao Roberta. Ti serve un libro?”

    “Sì. Ce l’hai i ‘Dialoghi’ di Platone?”

    “Credo di sì. Ora controllo”.

    Annabella raggiunge la sua postazione al computer e scorre l’archivio digitale: “Sì. Eccolo. Vado a prenderlo”.

    Roberta la segue riflettendo a ciò che la lega alla brava bibliotecaria. Si conoscono da alcuni anni. Il carattere mite e affabile della donna gliel’ha resa subito simpatica. Poi ha capito che sono i rispettivi interessi ad avvicinarle.

    Ad ambedue piace l’esoterismo. La capacità di alcune persone di percepire la vita che esiste al di là della realtà tangibile, con tutto ciò che comporta: lo studio delle scienze olistiche, la ricerca di siti archeologici misteriosi e la mistica orientale e, perché no, anche la fantascienza e il fantasy. La biblioteca abbonda di volumi su tali argomenti.

    “Ecco qua… hai deciso di approfondire il mito di Atlantide?” le chiede l’amica.

    “Sì. Mi affascina molto”. Appoggiata al mobile della sala principale, Roberta sfoglia qualche pagina. “Penso con nostalgia alla civiltà che Platone illustra come ideale. Sarà nata dalla sua fantasia ma le leggende spesso racchiudono importanti verità”.

    “Sì, sarebbe bello sperimentarla. Poi però Atlantide è caduta, scomparsa in mare… ”.

    “Io ci penso spesso”.

    “Come mai?”

    “Perché vedo la grande decadenza della nostra di civiltà”.

    “Mmm…non sei ottimista. Ritieni che ciò che ha distrutto Atlantide distruggerà anche noi?”

    “Penso che ci troviamo ad un bivio cruciale. Tutto può accadere. Anche che qualcuno possa spingere un bottone e far saltare tutto oppure che la Terra si ribelli e ci mandi una lezione esemplare”.

    “Atlantide in effetti è stata sommersa da cataclismi e non si sa da che cosa siano stati prodotti”. Annabella fa ticchettare sul piano di legno una penna biro. Ha l’espressione pensosa.

    “Non ti fa rabbia tutto ciò?” chiede Roberta che ha un carattere combattivo.

    “La rabbia separa. Sono convinta che ci sia bisogno di rimanere uniti e centrati”.

    “Sei impagabile nella tua ricerca dell’armonia”.

    “Ho solo del buonsenso. Abbiamo già la mascherina, il distanziamento sociale, le zone rosse, gialle, arancioni che ci tengono lontani l’uno dall’altro. Se ci aggiungiamo la rabbia, siamo perduti”.

    “Esiste però una rabbia costruttiva”.

    “Senz’altro e il nostro equilibrio consiste proprio nel mettere la rabbia al servizio del buonsenso”. Annabella sistema qualche ricciolo che le cade sulla fronte in modo aggraziato. “A proposito di Atlantide” continua “sai che sono stati ritrovati dei documenti in Tibet? Sono scritti in sanscrito. Si dice che quella civiltà aveva conoscenze tecnologiche pari alle nostre”.

    “Daaai. Hai qualche testo che lo documenti?”

    “Per ora no”.

    “E’ proprio una scoperta sensazionale!”

    “Pensa, quasi diecimila anni fa, esisteva una civiltà progredita quanto la nostra”.

    Un pensiero fastidioso s’insinua nella mente di Roberta: “E questo progresso portò alla sua distruzione?”

    “Potrebbe darsi.. In effetti, la guerra contro la civiltà di Rama fu lunga e violenta”.

    “Rama?”

    “Sì. E’ un territorio che si trovava tra il Pakistan e l’India settentrionale. Pare che gli scontri tra le due parti fossero tremendi. Erano entrambe molto combattive”.

    “Strano, so che al tempo di Poseidone, il primo governatore e dei suoi dieci figli gli abitanti erano pacifici”.

    “Come succede spesso, in seguito chi li guidava è divenuto avido e corrotto ”.

    “E’ una storia che mi sembra di aver sentito diverse volte…”.

    “Già. Non cambia poi molto nella storia delle civiltà”. C’è un tono quasi rassegnato nella voce di Annabella.

    “E noi? Come siamo messi, secondo te? Gli ultimi avvenimenti accaduti nella civiltà del pianeta Terra non fanno presagire nulla di buono”.

    “Noi non stiamo facendo guerra a nessuno” dice Annabella che è sempre molto prudente nei suoi giudizi.

    “La facciamo a noi stessi. Siamo arrivati al punto di non poter fare più una vita normale, di non poter frequentare gente, soprattutto i propri familiari. Non ti sembra che ci siamo costruiti una ben infelice sorte?”

    “Hai ragione, ma ci vuole pazienza. Inutile farsi prendere dalla rabbia”.

    “Io temo che andremo a finire come la civiltà di Atlantide”.

    “Addirittura!”

    “Tutto è in movimento, non vedi? Nel bene e nel male. Anzi mi sembra proprio che la lotta ai giorni nostri sia tra il bene e il male”.

    “Bisogna guardare oltre. Oserei dire, ad un’altra dimensione”.

    “Se potessimo tornare ai tempi di Poseidone…”. Roberta rivolge uno sguardo al libro che ha in mano, quasi a trarne conforto.

    “Nessuno ci vieta di aspirare ad un mondo migliore, più equo, più armonioso, più unito e mettersi in moto per costruirlo”.

    “Credi che abbiamo le giuste risorse dentro di noi?”

    “Assolutamente. Come dicono i saggi, siamo esseri divini. Attingiamo a questa divinità per praticare l’amore ed evolverci”. Annabella ha un sorriso fiducioso. Dopo un poco, la saluta con calore.

    Roberta esce dalla biblioteca. Forse è la suggestione, ma il paese conosciuto le sembra diverso. Fa un profondo sospiro. C’è un’aria di pace. Come ai tempi di Poseidone. Sorride pensando di aver attinto alle sue risorse interiori per sentire il respiro del mondo e stringe a sé il libro di Platone.

    Maria Rosaria Fortini

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