Pensiero del giorno – Silvio e il virus

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    Silvio, di notte, dorme profondamente. Sogna.

    “Ciao, Silvio. Sono io, il virus”.

    Il bambino fa, virtualmente, un salto sul letto: “Che cosa ci fai ancora qui? Credevo che te ne fossi andato”.

    “Sono venuto appunto a dirti che sto per andarmene”.

    “Sono proprio contento, ma perché lo dici a me?”

    “Siamo amici, no?”

    “Proprio amici non direi. Non sei amico di nessuno tu”.

    “Lo so, vorreste tutti escludermi dalle vostre vite, ma non è facile”.

    “Perché non è facile?”

    “Perché i virus vengono per insegnare qualcosa”.

    “Ti stai mettendo in cattedra come i maestri?”

    “Non sono io a deciderlo”.

    “Chi, allora?”

    Silvio, nel sogno, si rende conto di condurre un dialogo con un personaggio immaginario ma, come la prima volta, è così curioso da voler continuare quel colloquio surreale.

    “Prova a indovinare”.

    “Non saprei. Dio forse?”

    “In un certo senso sì, ma siete più che altro voi che, desiderando imparare delle lezioni, mi trattenete”.

    “Uffa, ancora con questa storia”.

    “Ma certo”. Ora la pallina gira su se stessa e circonda nelle sue volute il bambino.

    “Ehi, che stai combinando?”. Silvio nota che il colore del virus è molto sbiadito rispetto alla visita precedente.

    “Cerco di attirare la tua attenzione”.

    “Sei abbastanza fastidioso”.

    “Dì la verità. Non vuoi parlare con me perché ti faccio riflettere”.

    “Non c’è niente da riflettere. Sei fastidioso e basta!”

    “Eppure, finora, non ti ho nociuto, sei sempre stato in salute”.

    “Non proprio. Spesso sono dovuto stare in casa perché la scuola era chiusa, oppure per rispettare la quarantena. Ora sono tornato in classe ma con mille accorgimenti. Ti pare vita questa?”

    “Non saprei”.

    “Per non parlare dei mie genitori che hanno tante difficoltà”.

    “E te la prendi con me?”

    “Con chi, se no?”

    “Te l’ho detto, io sono solo uno dei milioni di milioni di virus che abitano il vostro corpo… A un certo punto, è vero, vi ho infettato un pochino…”

    “Un pochino?! Hai un bel coraggio a dire così. Hai reso a tutti la vita impossibile!”

    “Eh, capirai… per un’influenza virale, fai tutta questa tragedia”.

    “Basta! Con te non ci parlo più. Non capisci nulla”.

    “Ti capisco benissimo, invece. Hai paura di uscire, respiri male, non vai a lezione di musica, non vedi più gli amici e i cuginetti…”

    “Allora? Dimmi un po’. Ti sembra vita questa? E i miei genitori? Mamma lavora sempre al computer, papà ha quasi chiuso il bar, i miei nonni stanno chiusi in casa e non posso più vederli. Di chi è la colpa?”

    “Senti, Silvietto, io ti voglio bene, come voglio bene a ogni persona con la quale convivo quindi ti spiego ancora una volta quello che succede”.

    “Non so se ho voglia di starti a sentire”. Silvio incrocia le braccia sul petto. E’ arrabbiatissimo.

    “Devi sapere che, da qualche tempo, gli uomini vivono in modo non sano”.

    “Questo lo so, lo dicono tutti”.

    “Dopo un certo tempo, questo modo di vivere rompe l’equilibrio tra l’uomo e la natura”.

    “Che cosa rompe??”

    “L’equilibrio. Ti faccio un esempio. Le foreste amazzoniche, quelle che permettono all’uomo di respirare, sono dimezzate. Il cibo, che permette al bambino di crescere, è alterato. I mari sono inquinati e, oltretutto, i cellulari e i computer che sono tanto comodi, possono essere nocivi… devo continuare?”

    Silvio allunga le mani davanti a sé per fermare la valanga di informazioni: “No, no, ho capito”.

    “Quindi” continua la pallina grigio pallido “come possiamo noi batteri e virus continuare il nostro lavoro come prima? I vostri corpi sono disarmonici, la natura è stata resa da voi disarmonica”.

    “Allora? E’ una punizione? Ci meritiamo uno come te che ci aggredisce e ci fa ammalare?”

    “Direi di sì, anche se non mi piace dare colpe”.

    “Io davvero non ne ho, perché sono piccolo”.

    “Ma crescerai ed è appunto questo che sono venuto a fare. Ad aprirti gli occhi e a mostrarti la verità”.

    “Ma io mica posso salvare il mondo da solo!”….

    “Silvio Silvio, svegliati! E’ ora di andare a scuola!” La mamma apre la porta e scuote il bambino per le spalle. Silvio si siede di scatto e si strofina la faccia assonnata.

    “Che cosa ti è successo? Hai bisticciato con il cuscino, per caso?”. La mamma lo accarezza sui capelli arruffati e tenta di fargli il solletico.

    Silvio si contorce ridendo, ma poi si fa serio: “Tu non lo sai mamma, ma il mondo è in grande pericolo”.

    “E’ per questo che ti sei svegliato male? Hai fatto un brutto sogno? Perché è in grande pericolo?”

    “Perché c’è molta dis…dis…disarmonia tra l’uomo e la natura”.

    “Certo, siamo stati tutti molto incauti e irrispettosi verso di lei. E’ questo che ti preoccupa tanto?”

    “Io devo salvare il mondo, mamma, altrimenti avremo tanti virus che ci aggrediscono e ci fanno ammalare”.

    “Stai sereno. Non toccherà solo a te. Tutti dovremo salvare il mondo se vorremo vivere in pace e tranquillità nel prossimo futuro”.

    Silvio fa un grande sospiro: “Non sarà facile vero, mammina? Ma sono contento, pensavo di dover fare tutto da solo…”.

    “Dovremo fare un esame di coscienza e impegnarci per rimediare a questa disarmonia. Non sarai solo”.

    “Grazie mammina. L’unione fa la forza, non è vero?”

    “L’unione e l’amore l’uno per l’altro, bambino mio.”. I due si abbracciano e, ridendo, si avviano verso la cucina per fare colazione.

    Maria Rosaria Fortini

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