Pensiero del giorno – I tempi che viviamo

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    Nel mio riflettere sui tempi che viviamo, immagino un astronauta che ha la possibilità di guardare il nostro mondo dall’alto. Non solo per ammirare la bellezza del pianeta, ma per osservare i nostri guai da un altro punto di vista.

    Che cosa riuscirà a vedere? Sicuramente proverà apprensione per l’epidemia da virus che interessa gran parte del mondo, ma poi allargherà lo sguardo sui tanti paesi sconvolti da guerre, da persecuzioni, da emigrazione, disastri ecologici ecc.

    A tutti gli effetti, l’astronauta nello spazio avrà la convinzione di assistere a un’apocalisse. La parola Apocalisse deriva dal greco e significa: ‘togliere il velo’, ‘disvelare’.

    Che cos’è che dobbiamo scoprire? si chiederà l’uomo nello spazio.

    Penserà che, se l’umanità tutta si trova in una situazione critica come l’odierna, c’è qualcosa che non ha capito. Forse il genere umano, fin dai tempi dell’Homo Sapiens, ha sbagliato.

    Dal suo punto di vista privilegiato, ricorderà che, nel corso dei tempi, siano arrivati sulla Terra personaggi a indicarci la giusta via per vivere in pace su un pianeta sano; che ci hanno consigliato di praticare la generosità invece dell’egoismo, la lealtà invece del sopruso, l’amore verso sé stessi e verso gli altri invece del razzismo.

    Nonostante tutto, c’è molta bontà nel nostro mondo, una bontà che non viene alla luce perché non ‘fa audience’. Quindi, se il caos persiste e prolifica, pensa l’astronauta, c’è un motivo: forse è quello di farci scoprire il nostro potere, la nostra vera natura. Gli istinti ci hanno salvato durante le ere dall’estinzione ma i tempi sono cambiati. Abbiamo acquisito capacità di consapevolezza.

    Nessuno sa come potremo superare con successo questa impasse. Secondo l’astronauta, siamo in un periodo di passaggio. Dall’incoscienza alla consapevolezza.

    Dovremo salire un gradino più in alto. Spostarci dove la visione è globale. Raggiungere lo spazio, che è il vuoto divino della nostra interiorità e svelare il mistero, togliere la patina che appanna gli occhi. I sistemi sono numerosi; ognuno deve trovare il suo.

    Io, da astronauta terrestre, scrivo favole perché voglio vivere la favola più grande, quella della consapevolezza. Voglio togliere il velo, svelare il mistero della situazione attuale dell’Homo Sapiens non più pago di essere tale ma desideroso di diventare Homo Deus, in grado di vivere in un tempo dilatato, in un continuum spazio temporale, nella coscienza di sé e nell’umiltà di essere Uno col Cosmo.

    Maria Fortini Fortini

     

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