Rifiuti, Roma come Ponzio Pilato

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    L’amministrazione di Roma Capitale ha trasmesso alla Regione Lazio i risultati di uno studio che analizza i possibili siti idonei ad ospitare un sistema integrato per la gestione dei rifiuti. La valutazione ha riguardato otto macroaree situate nel territorio comunale, analizzate secondo gli aspetti ambientali, gli aspetti idrogeologici, di difesa del suolo e gli aspetti territoriali. Fra queste porzioni di territorio”, comunica la Regione, “quattro macroaree erano già state individuate da precedenti studi del Dipartimento Ambiente e Protezione civile della Regione Lazio e sono: Macroarea 2, che raggruppa le località: La Barcaccia, Pantano, Fonte di Papa, Santa Colomba, Vivaro, Marcigliana; Macroarea 13, con le località Monte della Chiesola, Pantano Monastero, Mastaccio, Castel di Guido; Macroarea 15, con le località Castel Malnome, Monte Carnevale, Valle Galeria, Fosso Galeria, Ponte Malnome; Macroarea 28, con la località de Il Quartaccio. A questi si aggiungono i quattro siti di Procoio, Monte di Massa, Santa Palomba e Porta Medaglia, individuati dal Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale in base agli stessi criteri presi in considerazione per l’individuazione delle Macroaree. Sulla base di questo studio, Roma Capitale ha notificato alla Regione la propria valutazione sulla non esistenza di aree idonee all’interno del territorio comunale per la realizzazione di nuovi impianti integrati per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, provenienti dalla raccolta della Capitale. La palla passa quindi di mano e il sindaco Alemanno “guarda alla Provincia”: “Come è stato dettagliatamente documentato dal nostro studio presentato in Regione, è molto difficile individuare questo sito nell’ambito di Roma Capitale senza creare gravissimi danni ambientali, urbanistici e sociali”. “Per questo motivo – continua Alemanno – va condotta un’analisi molto più ampia e approfondita nell’ambito del sub Ato che comprende non solo il territorio di Roma Capitale, ma anche quello della sua provincia. Proprio per questo, è necessario adottare procedure d’urgenza per ridurre al minimo l’ulteriore proroga dell’utilizzo della discarica di Malagrotta e per individuare un sito che sia il più idoneo possibile dal punto di vista ambientale. Fin dal nostro insediamento abbiamo rappresentato in via informale alla Regione Lazio le difficoltà di individuare questo sito nell’ambito del nostro territorio e abbiamo sottolineato anche la necessità di creare delle alternative credibili al conferimento in discarica. Purtroppo queste sollecitazioni sono cadute nel vuoto fin quando non si è insediata la nuova Giunta di Renata Polverini che, attraverso l’assessore competente Pietro Di Paolo, ha immediatamente provveduto alla redazione di un nuovo piano rifiuti e alla ridefinizione degli ATO. Adesso, depositato il piano, ci sono tutte le condizioni giuridiche e operative per procedere rapidamente, anche attraverso procedure d’urgenza, all’individuazione del sito alternativo e farla finita con la vergogna della discarica più grande d’Europa che dura in proroga dal 2003”.

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