Smog, una “spinta” all’auto elettrica: ecco Carta Metropolitana

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    (DIRE) MILANO – L’evoluzione della tecnologia prospetta a breve veicoli elettrici sempre più performanti, che fanno intuire nuovi scenari di mobilità sostenibile, per un’aria più pulita con un abbattimento delle emissioni inquinanti e nemiche del clima. La diffusione dell’auto elettrica si unirebbe alle strategie per una maggiore diffusione dell’elettrificazione e una ancor più incisiva penetrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico, tagliando in tutto ciò l’import di fossili.

    Per riuscirci, però, serve “la rimozione di alcune barriere e l’adozione di misure temporanee che incoraggino tale transizione”. E allora si dovrà favorire il cambiamento, accelerare la realizzazione di una rete di ricarica, ampliare le possibilità di ricarica, spingere il car sharing elettrico, diffondere i mezzi a zero emissioni nei settori ad alta intensità di trasporto, agire sulla logistica dell’ultimo miglio.

    Così la ‘Carta metropolitana dell’elettromobilità‘ elaborata dai protagonisti del settore e presentata ai Comuni e al Governo nell’ambito di ‘e_mob – conferenza nazionale sulla mobilità elettrica‘ che si apre oggi a Milano. Il documento si basa sulla ‘Carta di Arese’ elaborata lo scorso anno da Enel, A2A, Hera e Class onlus, parte del comitato promotore di ‘e_mob’ con Comune di Milano, Regione Lombardia e Cobat. Il nuovo documento, però, parte dalle esperienze concrete di alcune città, casi studio da esaminare e riprodurre. Lo scopo è individuare quali possano essere le misure da mettere in campo per spingere la diffusione della mobilità elettrica a zero emissioni.

    Per ‘spingere’ l’auto elettrica si dovrà “offrire al consumatore valide motivazioni per il cambiamento culturale”, si legge nel documento. Sarà necessario orientare gli utenti verso modalità di viaggio più efficienti e sostenibili, gli spostamenti collettivi ad esempio, favorendo la “graduale adozione” di veicoli elettrici con la “realizzazione di una ragionevole rete di ricarica” che “riduca l’ansia da autonomia”, fenomeno che frena la scelta elettrica. Da ciò discende la necessità chiara di “accelerare lo sviluppo di una rete di ricarica accessibile al pubblico”, in linea con le indicazioni del Pnire- Piano nazionale di infrastrutturazione per la ricarica dei veicoli elettrici. Una rete che sia “commisurata alla prevedibile crescita delle auto a zero emissioni” Si dovrà in ciò favorire il consumatore rendendo “tutte le infrastrutture, anche se gestite da operatori diversi, facilmente accessibili” e dispiegando punti di ricarica rapida.

    Si dovranno quindi “privilegiare gli operatori in grado di offrire la massima facilità di accesso e pagamento anche per le ricariche occasionali, anche tramite accordi di roaming nazionale e internazionale”. Sempre nell’ottica di rendere più facile la vita di chi sceglie un’auto elettrica si dovrà “ampliare la possibilità di ricarica negli immobili residenziali e aziendali”, visto che i primi acquirenti di mezzi a zero emissioni sono proprio quelli che hanno questa possibilità, uscendo dalla ‘sindrome della villetta con garage’ che consente facili ricariche.

    Su questo tema il dlgs di recepimento della direttiva Ue Dafi (Directive on alternative fuel) interviene stabilendo che negli edifici di nuova costruzione si realizzino punti di ricarica. La ‘carta’ chiede però alcune semplificazioni normative come l’adeguamento delle norme relative al Certificato prevenzione incendi che considera le colonnine un aggravio alla sicurezza richiedendo una valutazione dei Vigili del fuoco.

    Per favorire la e-mobility sarà poi necessario “dare un forte impulso al car sharing con veicoli elettrici”, che oltre a ridurre le emissioni complessive rappresenta “un efficace strumento di familiarizzazione” con la mobilità a batteria e un “mercato di avviamento” per la tecnologia. Da questo punto di vista il documento suggerisce anche “il car sharing condominiale” con prelievo e riconsegna nel condominio. Necessario in tutto ciò agire sulla “logistica dell’ultimo miglio”, la consegna delle merci nei centri urbani, con “l’elevata ambizione” di ottenere al 2025 consegne all’utente finale a zero emissioni, ambizione sì elevata ma “realizzabile”.

    Si dovrà quindi “stimolare l’introduzione di mezzi elettrici nei segmenti di mobilità con maggior efficacia e praticabilità” nell’ottica di ottenere un’elevata efficacia ambientale e un più rapido raggiungimento del break-even economico per gli operatori. Per questo scopo è “fondamentale” il ruolo di Comuni, con un accordo uniforme di privilegio/esenzione per gli autocarri a zero emissioni; delle autorità regionali, nazionali ed europee, fornendo sostegno finanziario per l’acquisto/finanziamento dei mezzi fino alla maturità del mercato; dei produttori che sviluppino i mezzi necessari.

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    Si dovranno quindi favorire le flotte aziendali, introdurre bus e minibus elettrici nel Trasporto pubblico locale, così come i taxi elettrici, senza dimenticare la graduale introduzione di veicoli elettrici leggeri. Sul fronte dei comuni non si può prescindere dalla graduale introduzione di veicoli elettrici nelle flotte comunali e completare la riforma del Codice della strada rispetto al divieto di sosta dei veicoli a combustione interna nelle aree dedicate alla ricarica e una specifica segnaletica orizzontale che identifichi lo stallo.

    Granelli (Comune di Milano): “Auto elettrica per superare la dipendenza da carburante”
    “È una proposta, un modo per mettere insieme le diverse istituzioni perché l’elettrico è il passaggio fondamentale per superare la dipendenza da carburante e quindi superare il problema della qualità dell’aria nella nostra città con una mobilità facilmente accessibile che permette a tutti di muoversi”. L’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Marco Granelli, spiega così la Carta metropolitana sull’elettromobilità. “Il punto fondamentale è quello di abbinare regole e infrastrutture“, conclude Granelli, secondo cui “è questo il modo per far scegliere concretamente l’elettrico”, conclude.

    Morandi (Cobat): “La diffusione dell’auto elettrica ha bisogno di molte azioni”
    “I diversi attori che si occupano delle auto elettriche in Italia, da Enel a Cobat, A2A, ed Hera hanno colto l’occasione dell’iniziativa del Comune di Milano per cercare di diffondere in tutte le città un’impostazione corretta nei confronti di questo settore. L’auto elettrica però, per essere diffusa sul territorio, ha bisogno di molte azioni“. Queste le parole di Giancarlo Morandi, presidente Cobat. “Naturalmente la maggior parte delle persone chiede incentivi, ma sappiamo quanto questo sia difficile oggi dal punto di vista economico- spiega Morandi- Invece è molto più facile incentivare l’acquisto dell’auto elettrica con intelligenti azioni da parte delle amministrazioni comunali. È per questo che oggi siamo qui, per cercare di diffondere l’importanza delle loro azioni normative sull’uso dell’elettromobilità”, conclude il numero uno di Cobat.

    Link foto e video http://www.dire.it/18-05-2017/ 122177-smog-spinta-auto- elettrica-carta-metropolitana/

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