Successo per “La casa degli sguardi”, il libro di esordio di Daniele Mencarelli

Più informazioni su

    La casa degli sguardi non è un libro qualsiasi perché non è un uomo qualsiasi il suo autore, Daniele Mencarelli, che ne è anche il protagonista. Per questo motivo le sue parole vanno considerate un dono, una confidenza, un atto d’amore.

    marco guerra e daniele mercarelli

    Le sue sono pagine di vita autentica, di una storia che rapisce già dalle prime righe perché capaci di raccontare senza attenuanti ne commiserazione il suo faticoso affrancamento dall’alcool, ma non dal suo male interiore, da quell’incendio che sente divampare nella sua mente e che non è capace di spegnere. E, fedele compagno delle sue notti insonni, lo deruba giorno dopo giorno di quella lucidità necessaria per poter vedere quei leggeri afflati che andranno a comporre i suoi versi. Perché non è vero che il male di vivere aiuta a scrivere. No, il male rende ciechi e sordi, ostaggi di un vuoto persistente e assordante. E si è disposti a tutto pur di far cessare quell’angoscia che ti rimane appiccicata alla pelle e non ti abbandona se non al terzo, quarto, quinto bicchiere di vino. Solo così si attenua, diventa tollerabile, trascurabile, dimenticabile.

    Quando si guarda con superficialità ad una vita come la sua,dall’alto di un’esistenza imborghesita dal timore di doversi sporcare le mani di realtà, l’errore troppo spesso è quello di sovrapporre la pigrizia all’incapacità. Così quel giovane ègiudicato uno sbandato, un reietto, unoa cui piace crogiolarsi nella sua inefficienza. Perché è questo che la società chiede:efficienza, velocità, rispetto di standard qualitativi di mercatopiuttosto che umani. Ma se si guardaaquella vita con gli occhi di chi davvero vuole vedere, allorasi rabbrividisce di quel suo male a fior di pelle con cuitenta di esistere e resistere, di quell’anima senza difese che è troppo simile alla nostra.

    In questo suo agonizzante delirio alcolico il protagonista, Daniele, troverà la forza di accettare un lavoro in una ditta di pulizie che opera all’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Catapultato in un mondo in cui la sofferenza si allontana dall’umana comprensione, giorno dopo giorno riuscirà non solo a vincere la sua dipendenza ma a riacquistare la vista. Tornerà così a scrivere di immagini fanciulle, di quelle immagini che lo hanno preso a schiaffi fino a farlo risvegliare.

    Il libro di Daniele Mencarelli andrebbe letto due volte. La prima perché è bello, la seconda per poterlo abbracciare.

    Elena Martinelli

     

     

    Più informazioni su