Trevi: alla luce una domus romana e una bottega artigiana

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    Dalla terra è stata portata alla luce una domus romana e una bottega artigiana. Le indagini conoscitive sono state curate dall’associazione culturale Umbria Archeologica su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali, in accordo con l’Università di Perugia e con la Soprintendenza ai beni archeologici dell’Umbria con la dottoressa Maria Laura Manca (ispettrice di zona), sotto la direzione scientifica della professoressa Donatella Scortecci (docente di archeologia cristiana e medievale all’Università di Perugia).

    E quanto si sta man mano scoprendo a Trevi potrebbe essere una nuova Pompei dell’Umbria. Perché ciò che è emerso dai meandri della storia, antichissima, già durante la prima campagna di scavo archeologico nel sito di Santa Maria di Pietrarossa a Trevi, ha tutti i tratti dell’eccezionalità.

    E da quella prima campagna di scavo molto è stato fatto. Dopo i primi due ambienti è stato portato alla luce il terzo. Che ha regalato alla collettività uno splendido mosaico monumentale.

    Ad annunciarlo, con una giusta punta di orgoglio e di soddisfazione è il sindaco di Trevi Bernardino Sperandio. La novità è un terzo ambiente della domus scoperta a Pietrarossa, limitrofo ai primi due già individuati.

    «E’ stata condotta – ricorda il sindaco Sperandio – una campagna di scavo di un mese. Una campagna eccezionale che ha portato all’individuazione di una terza sala, attigua alle altre già individuate che è caratterizzata, tra le altre cose, appunto dal mosaico monumentale che propone una scena di marina che potrebbe essere la nascita di Venere».

    «Quel mosaico monumentale – dice ancora il primo cittadino – rappresenta una scena di marina e, probabilmente, acconta la nascita di Venere»”

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