Via del Corso invasa, c’è Kobe Bryant

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    Una folla assiepata ieri ore davanti ad un famoso negozio di via del Corso e il nome «Kobe, Kobe» scandito da centinaia di persone festanti, con tanto di maglia gialla e viola numero 24, pronte a strappare una foto al loro idolo. E tante domande dai bambini che hanno avuto la fortuna di essere scelti tra il pubblico. Si è conclusa così la giornata romana della stella dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant. Quello al punto vendita dello sponsor era l’ultimo appuntamento di una agenda serratissima che in precedenza era stata costituira dalla visita al campus della Stella Azzurra in compagnia del giocatore dei Toronto Raptors, Andrea Bargnani e l’incontro in Campidoglio con il delegato allo Sport per Roma Capitale, Alessandro Cochi. Tra gli appassionati di basket italiani rimane viva la speranza che questo soggiorno italiano si ripeta presto, magari per un periodo più lungo. È ancora in corso, infatti, la trattativa tra i dirigenti della Virtus Bologna e l’agente del cestista statunitense e non è impossibile che, se non si sbloccherà in tempi brevi il lockout in Nba, si possa vedere il numero 24 dei Lakers indossare la canottiera delle V Nere di Bologna. «È più che un sogno vedermi giocare in Italia. Bisogna però attendere quello che succede con il lockout. Non so cosa accadrà», ha ammesso Bryant. Parole che fanno pensare a una trattativa ben avviata anche perchè è forte la volontà del giocatore di tornare a giocare in Italia, dove ha vissuto dai 6 ai 13 anni, ricalcando le orme di suo padre Joe che militò sul finire degli anni ’80 con Reggio Emilia, Reggio Calabria e Rieti. «Quando ero qui la gente mi diceva che era impossibile raggiungere la Nba perchè ero troppo lontano – svela ‘Black Mambà (questo il suo soprannome) – . Ma ho lavorato tanto e ci sono riuscito. Il mio sogno è cominciato in Italia e spero un giorno di ritornare a giocare qui. Della Virtus Bologna conosco la storia». Ma poi torni ai Los Angeles? Chiede un bambino. «Certo, voglio vincere un altro anello!» confessa Kobe che, alla ripresa del campionato di basket più famoso del mondo, ritroverà Ettore Messina come assistente di coach Mike Brown. «Così avrò la possibilità di parlare in italiano» scherza con una pronuncia ancora impeccabile. Bryant è un campione dal volto umano che si ferma a salutare una coppia di sposi all’uscita dal Campidoglio; una leggenda del basket mondiale immortalato ai piedi del Marco Aurelio, mentre riceve la medaglia commemorativa del Natale di Roma dedicata alle Olimpiadi del 1960. Per un giorno Roma, ha ritrovato il suo imperatore, anche se poi, in caso tutto vada bene, giocherà nella Virtus bolognese e non in quella capitolina di patron Toti.

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