Ambulanti, Pavoncello (ANA): Anci ci aiuti

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    Ambulanti, Pavoncello (ANA): Anci ci aiuti a fronteggiare danni maltempo

    “Il maltempo sta distruggendo il commercio ambulante in tutta Italia: la nostra associazione chiederà, in queste ore, un incontro al presidente dell’Anci Antonio Decaro, in attesa della nascita del nuovo esecutivo nazionale, per studiare insieme le misure da mettere in campo per aiutare gli ambulanti distrutti da questa ondata di maltempo che dura da più di due mesi tra neve e pioggia in tutta la Penisola”.

    Lo dichiara, in una nota, Angelo Pavocello, vicepresidente di Ana – Associazione nazionale ambulanti.

    “A tutto ciò – prosegue Pavoncello – si aggiunge la crisi dovuta all’ormai accertata concorrenza sleale delle multinazionali con le vendite online. Il meteo avverso dell’anno, conti dei giorni alla mano, non permette agli ambulanti di lavorare più di 6 mesi dei 12 dell’anno solare. Per questo, come Ana, sottoporremo all’Anci la proposta di trasformare il pagamento dell’occupazione del suolo pubblico in giornaliero, anziché annuale, al fine di pagare per i giorni in cui realmente ogni ambulante occupa la postazione lavorativa”.

     

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    “Un’altra proposta che presenteremo all’Anci – continua Vincenzo Caiazzo, presidente di Ana – sarà quella di destinare la stessa tassa vincolata alla riqualificazione dei mercati, affinché i cittadini possano trovare mercati con servizi e decoro ambientale ed essere incentivati a tornare a fare spesa al mercato, rilanciando così uno dei settori più importanti della nostra nazione.

    Inoltre – conclude Caiazzo – la nostra associazione, che oggi sbarca nella regione Calabria con il nostro segretario generale Marrigo Rosato nella prima assemblea a Scalea, proporrà all’Anci una forma di collaborazione diretta, affinché (tramite gli associati) potrà nascere un osservatorio permanente tra i comuni e gli operatori dei mercati, sempre con lo scopo di rilanciare un settore strategico per il nostro Paese che potrà contribuire alla crescita di ogni singolo comune anche attraverso il lavoro e l’occupazione”.

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