ANCORA DISCARICHE DELL’ORRORE NELLA TERRA DEI FUOCHI

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    securedownload (1)Questa mattina nel casertano i Carabinieri della Compagnia del Comune di Maddaloni hanno posto i sigilli sulla cava tufacea e  i 40 pozzi nei pressi della Masseria Monti,  a causa della contaminazione della falda acquifera e di un’area di 61 ettari nei quali sono stati sversati, negli ultimi 25 anni, circa 200.000 tonnellate di rifiuti tossici. Il reato configurato è disastro ambientale e inquinamento delle acque. Risulterebbero iscritti nel registro degli indagati tre imprenditori di cui due napoletani che operano nel settore dei rifiuti con al loro attivo precedenti per smaltimento illecito, e uno di Maddaloni (Il Mattino.it).

    L’inquinamento di cava di Monti era già tristemente nota. Tra le varie ispezioni effettuate, quella condotta dai tecnici dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania (ARPAC) il 23 novembre del 2009 (relazione tecnica n.70/AN/09) recitava  che l’aria prelevata conteneva oltre a scorie di fusione anche “elevate concentrazioni di solventi organici aromatici, con particolare rilevanza per il benzene, che tra i composti organici è quello dotato di una più elevata tossicità”.

    I due tecnici, Agostino delle Femmine e Natale Adanti, ispezionando l’area adiacente alla cava, avevano rilevato “una continua fuoriuscita di fumo dall’odore acre, molto intenso, tipico della combustione di polimeri plastici”. Il fumo si era insinuato in una frattura del terreno, che aveva assunto l’aspetto di un cratere, di 2 metri, inquinando senza tregua l’aria.

    Alla luce di ciò che era stato rilevato e, soprattutto, per la presenza di abitazioni e terreni agricoli nelle zone limitrofe alla discarica, la relazione sollecitava la necessità che “con la massima urgenza, fossero attuate le procedure operative ed amministrative predisponendo sia le necessarie misure di messa in sicurezza sia un piano preliminare di indagini chimiche”.

    Una interrogazione Parlamentare presentata dal Movimento 5 Stelle nel 2013 (Atto . 4-01205 pubblicato il 27 novembre 2013 nella seduta n.142) spingeva alcuni Ministri a “procedere ad immediate azioni volte a tutelare la salute dei cittadini e il comparto produttivo di quell’area” al fine anche di ottemperare all’impegno che il presidente della Commissione Regionale per le bonifiche, Antonio Amato, si era assunto nell’ottobre del 2012 dopo una visita effettuata a cava di Monti.

    Oggi, finalmente, il Gip del Tribunale di Santa Maria di Capua Vetere, su richiesta della Procura della Repubblica, emette un il decreto di sequestro preventivo della cava, con la speranza che la criminalità organizzata non contamini anche le operazioni di bonifica.

     (Elena Martinelli)

     

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