ANGI: Coronavirus, si chiama “Immuni” l’app italiana di tracciamento di Bending Spoons

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Si chiama Immuni l’app di contact tracing selezionata per tenere sotto controllo la diffusione del coronavirus.

È stato scelto il progetto della software house milanese Bending Spoons, della rete di lombarda di poliambulatori del Centro Medico Santagostino e della società di marketing di Milano Jakala.

Ad affiancare l’applicazione ci sarà un partner pubblico.

L’app è stata scelta perché “ritenuta più idonea per la sua capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto del virus, per la conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT e per le garanzie che offre per il rispetto della privacy”, si legge nell’ordinanza firmata da Domenico Arcuri con cui il commissario straordinario per l’emergenza dispone di “procedere alla stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons Spa”.

Ora manca l’ok di Vittorio Colao, a capo della task force per la ripartenza post coronavirus. Le sperimentazioni coinvolgeranno una serie di regioni pilota e le sedi della Ferrari.

Il meccanismo dell’app riguarda il tracciamento dei contatti. Attraverso l’adesione volontaria dei cittadini, sarà possibile trovare e avvertire tutte le persone venute in contatto da una persona trovata positiva al coronavirus: un modo veloce di rintracciare i potenziali contagiati.

Il meccanismo è possibile grazie al Bluetooth, la tecnologia che mette in comunicazione apparecchi diversi a poca distanza l’uno dall’altro diventa un utile registro dei device con cui si è venuti in contatto.

Un importante risultato raggiunto, sottolinea l’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori e il suo presidente Gabriele Ferrieri, un percorso di collaborazione pubblico privato tra aziende tecnologiche e le istituzioni per dare un sostegno alla collettività e tutelare la salute di tutti i cittadini. Complimenti a tutto il team di ricerca per il lavoro svolto e per aver manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua questa tecnologia.

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