Assalto al portavalori: gli operatori chiedono sicurezza

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    “Il sindacato autonomo Usipe, lancia l’allarme per i troppi episodi contro la categoria”

     “È necessario rivedere le norme sull’ordinamento penitenziario e, in particolare, il sistema dei permessi premio e di altri benefici ai detenuti, perché capita spesso che molti, pur avendo commesso reati gravi, vengano messi in libertà anticipatamente a vario titolo”. Lo dichiara Luca Frongia, segretario generale dell’Usipe (Unione Sindacale dei Lavoratori e Pensionati), in riferimento all’assalto al portavalori avvenuto ieri a Roma.  “A ciò – continua – si aggiunge l’urgenza di affrontare l’emergenza del sovraffollamento delle carceri che, certamente, non si può pensare di risolvere non punendo i plurirecidivi e facendo pagare questa inefficienza dello Stato ai cittadini e chi comunque come le Guardie Particolari Giurate sono esposte tutti i giorni a pericoli e assalti , invece, indulti, amnistie, permessi, licenze e altre diavolerie che consentono ai criminali di non scontare la pena in carcere. Benefici che svuotano soltanto le strutture ma che, di fatto, non tutelano la società e non rieducano i detenuti”. “Occorre, invece, – sottolinea Frongia – rivedere il sistema della custodia cautelare, rafforzare i poteri di controllo sul territorio nazionale sia domiciliare che dei permessi premio alla Polizia Penitenziaria e sopratutto  far scontare le pene agli stranieri nei loro paesi d’origine. Nel frattempo, è necessario sbloccare il turn over per rinforzare gli organici e dare nuove energie anche alle Forze dell’Ordine”. Inoltre  “La prontezza nella reazione ed il “sangue freddo” delle Guardie giurate dell’istituto di vigilanza Fidelitas – ha aggiunto Frongia – attenti alla loro incolumita’ ma anche alla tutela delle persone e dei beni, e’ stato di sicuro frutto della loro esperienza ultra ventennale e dell’addestramento, oltre che della possibilita’ di disporre di affidabili sistemi d’allarmi”. ” Le 50.000 operatori delle GpG in Italia, – continua – soffrono di un sistema di riforma fermo al Regio decreto del 1936, anche se negli ultimi anni la figura della GpG ha avuto un significativo passo in avanti con l’applicazione alla funzione di Incaricati di Pubblico Servizio  dove gli stessi sono tutelati dalla legge ovvero dagli artt.  336 Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e  337 Resistenza a un pubblico ufficiale.  Proprio alla funzione applicata – conclude Frongia – molte volte sono proprio le Forze dell’Ordine che disconoscono tale funzione come ad esempio nell’uso dell’arma per legittima difesa oppure per sventare una rapina, questa è di sicuro l’ennesima contraddizione del nostro paese.

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