Calcio in tv, come spennano il pollo italiano

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    Calcio in tv, come spennano il pollo italiano –

    Il giorno 18 di questo mese, di sabato, ricomincia il campionato di Calcio di serie A.

    Pur non essendo comprensibile, a tutti gli interessati, dove e come si potranno vedere le partite, a tutt’oggi, però, una cosa sola risulta del tutto chiara, la moltiplicazione ingiustificata dei costi di abbonamento a Sky Calcio.

    Sky, per chi lo ignorasse, è la multinazionale statunitense, radicatasi anche in Italia, unica aggiudicataria dei diritti Tv sul Campionato di Calcio italiano.

    Forte della sua esclusiva, ottenuta dopo una bellicosa gara a forza di milioni di euro, la vorace azienda di Murdoch ha pensato di rifarsi sui polli  italiani, su quelli ormai drogati ed assuefatti allo “stupefacente” Calcio, spennandoli adeguatamente uno ad uno, peraltro persino in maniera differenziata, con una moltiplicazione ingiustificata dei costi, rispetto agli importi per gli abbonamenti praticati negli anni precedenti.

    Su tale assurda situazione venutasi a creare, ci preme innanzi tutto rimarcare come, alla prova dei fatti, si siano rivelate gigantesche falsità le precedenti stentoree dichiarazioni dei vertici di Lega e Coni, secondo cui l’abbonato avrebbe finito per pagare di meno il Calcio in Tv, grazie alla loro intermediazione ed alle più snelle procedure di assegnazione dei relativi diritti.

    Ma la bellezza del nostro paese, come è ben noto a tutti, sta soprattutto nel fatto che ai furbi (provenienti dall’estero o meno) tutto è concesso, senza che nulla accada contro di essi, sotto l’occhio benevolo e poco vigile delle tante Autorità di Garanzia. Autorità tutte che, alla fin fine, non si sa chi garantiscano, se non le rendite di posizione politiche ed economiche dei loro vertici all’interno, ma certamente non i bistrattati e depredati consumatori finali.

    Ma tentiamo ora di districarci, dopo queste poco esaltanti premesse, nell’esame e nel tentativo di capirci qualcosa sul contorto tipo di abbonamento che si sono inventati i signori di Sky.

    Ci colpisce, intanto, lo confessiamo sottolineandolo in maniera negativa, l’alternativa pubblicizzata dalla multinazionale televisiva Usa sulla possibilità del doppio uso della stessa tessera di Sky, utilizzabile in via normale per la visione dei suoi programmi satellitari, con l’ulteriore, possibile impiego della stessa per vedere il Calcio con il digitale terrestre di Mediaset, l’emittente Tv del Biscione, appartenente alla famiglia Berlusconi.

    Lieti per tale recente connubio tra i due colossi televisivi, guarda caso nato poco prima della felice assegnazione dei diritti televisivi sul Calcio a Sky. Saremmo però altrettanto lieti di conoscere anche i termini dell’accordo e se sia stato questo felice matrimonio la ragione dell’impennata dei costi per l’abbonamento dei tanti calciofili italiani all’emittente tv statunitense.

    Ma torniamo allo strano papocchio-abbonamento inventatosi da Sky e soffermiamoci sulle sue assurdità.

    Un anno fa per vedere il Calcio di serie A su Sky il costo era di 36,80 euro mensili, di cui 21,60 euro per il pacchetto obbligatorio Sky Sport e 15,20 euro per Sky Calcio.

    Quest’anno i 36,80 euro sono saliti a 45,10 euro, ma solo per quest’anno, perché dal prossimo si innalzeranno a 63,80 euro, quasi il doppio.

    Il tutto giustificato da un’offerta migliore? Neanche per sogno! Se sino a ieri potevi vedere tutte le 10 partite di serie A, ora dovremo pagare di più per vederne solo 7.  Le altre 3, infatti, le gestirà la nuova piattaforma DAZN, creata appositamente, sempre da Sky.  E con un ulteriore abbonamento ed esborso ad essa di 9,99 mensili (45,20 euro più 9,99 euro = 55,09 euro mensili), per poterle vedere su questa nuova piattaforma.

    DAZN gestirà purtroppo da quest’anno il prestigioso anticipo del sabato alle 20:30, e la domenica la partita delle 12:30 ed, infine, uno dei tre anticipi alle 15:30.

    Ma non avvilitevi, perché la follia della strada intrapresa per il nuovo abbonamento è solo all’inizio. Dovete sapere, inoltre, che DAZN trasmette le sue 3 partite solo via internet e per vederle dovrete dotarvi di Smart-tv o tablet o smartphone o Console PlayStation o Xbox, tutti oggettini certamente di “basso” costo che si sommano al già elevato costo mensile del pacchetto abbonamento di Sky.

    Alle persone poco tecnologiche non in grado di gestire questo nuovo problema, Sky con la sua immane generosità ha pensato di venire incontro fattivamente, sostituendosi a DAZN e offrendo loro le partite della piattaforma con uno sconto di 2 euro rispetto ai 9,90 euro di DAZN (quindi 7,99 euro scontati). Le obbligherà, però, sempre con la sua immane generosità, a passare al pacchetto “Q Platinum”, che si attiverà su tutte le Tv della loro casa, con il modico costo di soli 199 euro di attivazione una tantum e 12,40 euro di canone mensile.

    In alternativa, il più modesto “Q Black”, che attiverà una sola televisione, al modico costo di attivazione di 79 euro una tantum e di 5,40 euro di canone mensile.

    Incredibile pensare a tutta questa confusione di modalità e di costi differenziati per un abbonamento allo sport preferito dagli italiani, novità che getteranno nel più vivo sconforto le persone di età e quelle tecnologicamente meno dotate, sotto il silenzio assordante di AGCOM e dei nostri rampanti politici, tutti dediti al benessere del popolo.

    E come diceva il nostro noto comico napoletano titolato, ci verrebbe da sussurrare “e poi dicono che uno si butta a…”! Ma ormai, purtroppo, non saprebbe più neanche lui… dove!

    Pier Francesco Corso

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