C’era una volta Roma… “Obelisco Vaticano”

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    Celebra il trionfo della Chiesa sul paganesimo e sull’eresia. È il secondo obelisco più grande tra i tredici presenti a Roma, dopo quello Laterano. Costruito in granito rosso, si innalza per 25 metri, arrivando a 40 con il basamento.

    Di origini egizie, venne traslocato a Roma nel 37 d. C. con una nave piena di lenticchie per attutire i colpi durante il viaggio.

    Inizialmente posto al lato della Basilica di San Pietro, venne successivamente collocato nel centro della piazza.

    Furono necessari 800 operai e 140 cavalli per la movimentazione che, con movimenti cauti, svolgevano questo importante compito, accompagnati dal suono di trombe ad ogni movimento.

    La leggenda narra che la piazza venne completamente recintata e venne ordinato assoluto silenzio. Per questo venne emanato un rigido editto affinché nessuno avrebbe potuto intralciare i lavori o disturbare gli operai a lavoro in alcun modo, pena, la morte.

    Arrivato il momento di mettere in piedi l’enorme monumento, vennero issate le corde che, per lo sfregamento ed il grande peso, iniziarono a sfilacciarsi.

    Un uomo di nome Bresca urlò tra la folla: “Acqua alle corde. Acqua alle corde!”.

    In realtà era un capitano di una nave ed era certo, con la sua esperienza, che bagnandole non si sarebbero rotte.

    Così fu fatto e le corde non si ruppero, permettendo all’obelisco di dominare la grande piazza.

    Per l’uomo peccatore, nessuna pena di morte, anzi, gli venne chiesto di esprimere un desiderio.  Bresca chiese la possibilità di poter fornire al Vaticano le palme adoperate per la Domenica delle Palme.

    Il suo desiderio venne esaudito ed ancora oggi la sua discendenza ha questo importante compito.

    Possiamo ammirare questo magnifico esemplare architettonico che, con la sua ombra, segna i movimenti del sole a mezzogiorno su una rosa dei venti con dei segni zodiacali, intarsiata ai suoi piedi.

    L’iscrizione sull’obelisco recita: ECCE CRUX DOMINI – FVGITE – PARTES ADVERSAE – VICIT LEO DE TRIBV IVDA – Ecco la croce del Signore, fuggite parti avverse, trionfa il leone della tribù di Giuda.

    Scoprendo ad ogni passo la storia eterna della nostra bellissima città, vi diamo appuntamento alla prossima settimana con un altro capitolo della nostra C’era una volta Roma..

    Isabella Alboini

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