C’ERA UNA VOLTA ROMA…“Palazzo della Civiltà”

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    Il palazzo della Civiltà Italiana, chiamato anche della Civiltà del Lavoro o Colosseo Quadrato, è un edificio monumentale neoclassico, che si trova a Roma nel moderno quartiere dell’EUR.

    Il progetto del Palazzo della Civiltà del Lavoro, di memoria fascista, venne ideato in vista dell’Esposizione Universale di Roma del 1942, che non ebbe però mai luogo a causa della Seconda Guerra Mondiale.

    Considerato emblema del recente quartiere romano EUR, venne progettato dagli architetti Giovanni Guerrini, Ernesto Lapadula e Mario Romano.

    Di costruzione parallelepidale, il Palazzo è alto 64 metri e si presenta con 4 facciate speculari e 54 arcate simmetriche ed il marmo travertino ed è ispirato al più celebre simbolo della Città Eterna, il Colosseo, del quale riprende la stilizzata architettura caratterizzata da file di archi: 6 file orizzontali di 9 archi ciascuna. Alla base dell’edificio ci sono 28 statue che rappresentano le arti ed i mestieri della Civiltà Italiana, mentre sulla sommità capeggia la dicitura “Un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori».

    La leggenda narra che la scelta progettuale non fosse casuale, ma simbolizzasse il numero di lettere che componeva nome e cognome di colui che ne volle la costruzione, Benito Mussolini.

    Dal 2015 è stato concesso in affitto a Fendi, griffe tra le più note della moda italiana, che vi ha stabilito il suo museo, aprendo il Palazzo al pubblico.

    Alcuni dei grandi registi italiani come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Vittorio De Sica e Roberto Rossellini, hanno girato scene in cui compare il grande Palazzo.

    Riconosciuto come edificio di interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è divenuto sede di attività espositive e museali.

    Con questo straordinario esempio di architettura della Roma moderna, vi diamo appuntamento alla prossima settimana con un altro capitolo della nostra C’era una volta Roma..

                                                                                                          Isabella Alboini

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