C’era una volta Roma… “Sant’Ignazio di Loyola”

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    Ci troviamo in Campo Marzio, luogo di culto cattolico di Roma, ad osservare uno dei meravigliosi capolavori  settecenteschi in stile Barocco, la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola.

    La Chiesa venne costruita dal cardinal Ludovisi nel 1626 in onore di S. Ignazio di Loyola, fondatore della compagnia di Gesù.

    Nel 1685 la Chiesa stava giungendo al compimento dell’edificazione, quando la mancanza di denaro bloccò il completamento della cupola.

    Fu allora che il frate gesuita Andrea Del Pozzo, celebre pittore, riuscì a trovare un diversivo realizzando una immensa tela di 13 metri di diametro, riproducendo l’Epopea dei Gesuiti nell’evangelizzazione dei quattro continenti.

    Attraversando la navata centrale, alzando lo sguardo, possiamo ammirare questo splendido esemplare di opera illusionistica, in grado di dare spazio tridimensionale ad una superficie piatta.

    La Chiesa di Sant’Ignazio non è ricordata soltanto per le opere artistiche contenute al suo interno, è legata anche ad una particolare tradizione tipicamente romana…

    In questo affascinante luogo avveniva la “caduta della palla”, ovvero il rintocco di mezzogiorno.

    Alle 11:56 veniva innalzata un’asta lunga sei metri nella quale veniva posta una grande palla in vimini.

    Alle 12:00, veniva fatta scendere segnando l’ora esatta, grazie al vicino convento nel quale era presente un osservatorio astronomico.

    Questa antica tradizione è risalente al 1847 quando venne ordinato da Papa Pio IX, di sparare a salve il cannone in modo tale da uniformare e sincronizzare tutte le campane delle chiese di Roma che avrebbero potuto battere all’unisono.

    Questa tradizionale funzione è ancora parte della città di Roma, la quale ascolta lo sparo di mezzogiorno, dal bellissimo Gianicolo.

    “ROMA, SE SENTI UN COLPO DI CANNONE NON AVER PAURA, È SOLO MEZZOGIORNO”.

    Con un altro racconto della nostra bellissima capitale, vi diamo appuntamento alla prossima settimana con un altro capitolo di C’era una volta Roma..

    Isabella Alboini

     

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