CGIL: NO A VENDITA FARMACIE COMUNALI

Più informazioni su

    “La Cgil, la Fp Cgil e lo Spi Cgil Roma Sud-Pomezia-Castelli”, si legge in una nota sindacale, “hanno appreso la volontà di voler vendere le farmacie comunali e ritengono tale scelta un errore. Il comune di Ardea in quest’ultimo periodo è riuscito a smantellare un servizio di pubblica utilità portando l’attività della farmacia ad esaurimento delle scorte. I cittadini che si rivolgono alla farmacia non trovano più i farmaci per il semplice motivo che non viene rifornita. Tale scelta è particolarmente sbagliata perché il comune si priva di un’attività che non costa alle casse comunali, ma che anzi in virtù degli utili potrebbe coniugare le attività di risanamento con la programmazioni di politiche sociali. Le farmacie comunali risalgono alla visione solidaristica della società e sono state pensate come obbiettivi prioritari da sindaci molto amati negli anni ’50 (come La Pira a Firenze e Dozza a Bologna) per fornire un servizio ai cittadini e garantire i farmaci alle fasce più deboli della popolazione nelle periferie delle città. Le farmacie comunali possono offrire ancora oggi servizi indispensabili e solidaristici, utilizzando ciò che eccede al pagamento degli stipendi e delle merci per fornire servizi come l’educazione alla salute, l’assistenza agli anziani, la consegna gratuita dei medicinali a domicilio ai cittadini che, in considerazione di difficoltà personali (per età, infermità e impossibilità di avvalersi di terzi) non possano approvvigionarsi autonomamente dei medicinali di cui necessitano. Le farmacie comunali inoltre possono essere una strumento forte per calmierare i prezzi, già oggi infatti le farmacie comunali di Ardea vendono prodotti per neonati (salviettine, pannolini ecc..) o per anziani a prezzi inferiori al mercato. Nelle farmacie di Ardea, infine, lavorano lavoratrici e lavoratori dipendenti del comune che, nel caso venga mantenuta la volontà di vendere, devono essere tutelati nel loro rapporto di lavoro, siano essi a tempo indeterminato che determinato”.

    Più informazioni su