Coronavirus – Clubbing, discoteche e distanziamento sociale –

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    Coronavirus – Clubbing, discoteche e distanziamento sociale –

    L’idea di clubbing può sposarsi con quella di distanziamento sociale? Sono molti tra gli appassionati di musica e tra gli avventori di locali notturni a chiederselo.

    Il clubbing ha sempre rappresentato per i giovani un punto cardine nella loro vita sociale. Per gli appassionati di musica, il clubbing, non è solo sinonimo di ballo sfrenato ed eccessi, ma condivisione di idee, di interessi e di emozioni.

    Non per niente gli anglosassoni la chiamano “Club culture”.

    Se lo si guarda dalla parte degli “addetti ai lavori” il clubbing è tuttavia anche molto altro.

    Dal punto di vista economico, secondo quanto emerso durante l’incontro che si è tenuto a Saint-Vincent su “Turismo e Movida 4.0: realtà italiana ed esperienze europee”, nell’ambito del XXXII Congresso Nazionale di SILB-FIPE, il mercato italiano del mondo della notte ha un volume d’affari generato annuo che si stima intorno al miliardo e cento milioni di euro.

    Sempre secondo i dati promulgati, nell’82,4% dei casi, il ruolo e la presenza di discoteche e locali notturni svolge un ruolo centrale nella scelta dei turisti, tanto che circa il 60% del fatturato di questi locali deriva da clienti non residenti sul territorio. Un indotto che, per le sole località di vacanza, vale quasi 5,5 miliardi di euro.

    Dal punto di vista occupazionale, sempre stando all’indagine svolta dalla SILB-FIPE il mercato della notte offre lavoro, in maniera stabile o temporanea, a circa 1,5 milioni di persone.

    Eppure, nell’incertezza economica causata dall’emergenza sanitaria da Covid 19, questa intera filiera sembra essere stata dimenticata.

    Di chiaro si hanno solo le misure varate dal Governo per fronteggiare il Coronavirus. Nel decreto della presidenza del consiglio del 4 marzo, si legge: oltre alla chiusura delle scuole e delle università, si prevede anche la sospensione di aggregamenti pubblici inerenti allo spettacolo, a meno che non si riesca a mantenere la distanza di almeno un metro tra gli spettatori

    Misure restrittive che fortemente penalizzano tutte quelle attività incompatibili, quindi, con il distanziamento sociale, e per le quali, una volta iniziata la fase 2, l’ideazione di nuovi format non permetterebbe comunque una ripresa dell’attività lavorativa.

    Superata la prima fase di urgenza sanitaria, le imprese dovranno cominciare ad interrogarsi sul futuro e cominciare ad elaborare nuove visioni e nuovi progetti per evitare la chiusura. Ma senza alcun sostegno economico a fondo perduto, come potranno affrontare mesi di mancato reddito e come potranno persino pensare di progettare eventuali riaperture?

    Per capire meglio quali sono gli interventi che il Governo deve attuare, con urgenza, per salvare le molteplici attività legate alla filiera dell’intrattenimento dal fallimento e dalla conseguente perdita di milioni di posti di lavoro, raggiungiamo telefonicamente il dott. Antonio Flamini, Vice Presidente della SILB – FIPE, Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo.

    ·       Buongiorno dott. Flamini, grazie per il tempo che ci sta dedicando. Innanzitutto cos’è il SILB – FIPE e di cosa si occupa?

    Buongiorno e grazie a lei per l’attenzione che dedica al nostro settore.

    Il SILB è l’associazione italiana delle imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo che aderisce alla Federazione Italiana dei Pubblici esercizi che a sua volta fa parte di Confcommercio-Imprese per l’Italia, è quindi la più importante associazione per il comparto dell’intrattenimento notturno associando circa il 95% delle imprese di questo settore in Italia ed è il punto di riferimento del “mondo della notte” e della movida.

    ·       A causa della pandemia da Coronavirus, discoteche e locali sono stati costretti a sospendere le loro attività già da fine febbraio. Avete stimato il valore delle perdite da un punto di vista economico?

    Le nostre imprese sono state le prime a chiudere, devo dire con grande senso di responsabilità, prima del “lock down” generale e sicuramente saranno tra le ultime attività a riaprire, in questo momento però ancora non riusciamo a capire quando questo avverrà e quindi è difficile fare una stima precisa di quelle che saranno le perdite, comunque facendo riferimento al fatturato annuo del settore che è di circa 1 miliardo di euro possiamo dire che orientativamente perdiamo 100 milioni di fatturato per ogni mese di chiusura, senza però considerare che poi ci vorrà del tempo per riavviare le attività.

    ·       Ed in posti di lavoro?

    Questo è un bilancio che faremo alla fine di questo drammatico periodo quando sapremo quante aziende effettivamente riapriranno, in questo momento cercheremo di approfittare della cassa integrazione per sostenere tutte le persone che lavorano nei nostri locali

    ·       Se lei fosse il Ministro dello Sviluppo Economico e potesse stilare una lista di interventi urgenti, quali sarebbero i più importanti in ordine cronologico da sottoporre al Governo?

    Cercherò di riassumerli con la lista a seguire:

    1.    condono fiscale che preveda una pace fiscale per il periodo di chiusura delle attività

    2.    sospensione del pagamento delle utenze e blocco dei distacchi per morosità

    3.    sospensione del pagamento dei mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale

    4.    ripristino dei voucher cartacei per il lavoro occasionale, semplificandone la gestione burocratica

    5.    riduzione dell’IVA dal 22% al 10%

    6.    abolizione dell’ISI, l’imposta sullo spettacolo

    7.    maggiore e migliore accesso al credito

    8.    estensione del credito d’imposta anche per gli immobili accatastati come categorie D3 e D8 e non solo ai C1

    9.    niente sfratti per morosità

     

    ·       I dati trasmessi quotidianamente della Protezione Civile, continuano ad essere, per il momento, confortanti e fanno ben sperare ad un avvicinamento graduale verso la fase due, quella della riapertura delle attività commerciali. Nella migliore e più auspicabile delle ipotesi, il Governo potrebbe allentare le misure restrittive verso il 16 maggio. Anche se tutto ciò si concretizzasse, il vostro rimarrebbe sempre il settore più penalizzato, poiché implica necessariamente forme di assembramento. La domanda che tutti si pongono è: può un locale da ballo garantire la sicurezza minima imposta dall’ordinanza, di almeno un metro tra i clienti?

    Il problema non è se si può mantenere la distanza o no, ma che il nostro lavoro comporta delle attività di socializzazione e di assembramento che purtroppo non sono compatibili con questi accorgimenti e quindi temo che dovremo aspettare la fine di questa pandemia.

    Il distanziamento sociale è di per sé incompatibile con la socializzazione e quindi non è attuabile nel nostro settore.

    ·       Quindi, anche nel caso di un via libera del Governo che vi consentirebbe di ripartire con l’obbligo di riadattarvi alle nuove esigenze normative, non vi sarebbero i margini per farlo neanche con del tempo di preavviso per pianificare eventuali aperture estive?

    I locali hanno un’organizzazione che consente delle riaperture anche molto veloci ma l’importante è che ci siano le condizioni per lavorare altrimenti con troppe restrizioni diventerebbe antieconomico.

    ·       Se le vostre attività, per loro natura, non sono compatibili con le misure di distanziamento sociale, quali potrebbero essere le altre proposte del SILB? Un indennizzo? Una modifica della licenza? Per esempio…

    In questo momento la misura più efficace per aiutarci a superare l’emergenza e sostenere il nostro settore sarebbe un indennizzo economico o un finanziamento a fondo perduto rapportato per esempio al fatturato dell’anno scorso nello stesso periodo

    ·       Al netto degli eccessi giovanili, che sempre ci sono stati e sempre ci saranno, potrebbe essere questa l’occasione per rimodulare l’offerta del locale da ballo, con delle proposte differenti dai diversi clichè attribuiti all’imprenditoria della notte?

    In questi giorni di chiusura forzata delle nostre attività stiamo attivando una serie di incontri in video conferenza con esponenti del nostro settore allargato anche ad opinion leaders, giornalisti, dj, pr, promoters, influencers e altri esponenti del “mondo della notte” proprio per provare a ridisegnare il nostro settore cercando di approfittare di questo momento anche per riflettere sul futuro e farci trovare pronti per la ripartenza.

    Tiziana Gentili

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