Dipendenza da gioco: scommettitori patologici a Roma sono oltre 270mila

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    Luigi Janiri direttore del l’unità dipendenze comportamentali al day-hospital di psichiatria del policlinico Gemelli in un’intervista a ‘Il Messagero’ spiega che è il caso di intervenire con una terapia «quando il gioco non è più gioco, ma diventa una dipendenza comportamentale. È più facile che succeda a persone impulsive, che sono alla ricerca di sensazioni forti. Si sta male se non si scommette e si hanno crisi di astinenza come per le droghe e l’alcool». «Queste patologie – continua – colpiscono dal 2 al 5 per cento della popolazione a Roma e sono oltre 270mila i giocatori patologico, si tratta quasi sempre di uomini. L’età spazia dai 20 ai 45 anni, per le donne il pericolo è rappresentato da gratta e vinci e bingo».

    Per uscire dalla dipendenza Janiri racconta che «il soggetto dovrà seguire 2-3 volte a settimana gruppi condotti da psicologi e counselor, di solito ex giocatori che hanno chiaro il problema. Facciamo anche colloqui personali e in casi estremi si danno anche farmaci.In generale dopo un anno il 50-60 per cento continua ad astenersi dal gioco. E comunque è meglio che poi i soggetti a rischio si tengano lontani da sale bingo e da ricevitorie per tutta la vita» Janiri poi spiega che i pazienti si rivolgono a loro solo nel momento di massima crisi «purtroppo quando interveniamo è già successo il peggio: i giocatori hanno rotto con mogli e fidanzate e sono stati cacciati da casa. non hanno più vita sociale, si rivolgono a noi perchè si sono giocati tutto».

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