“Domani dimostreremo la falsità sul terremoto”

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    Chi crede che davvero domani ci sarà a Roma un disastroso terremoto e pensa di lasciare la capitale per mettersi al riparo con la famiglia, salvando le cose più preziose e i ricordi più cari, farà meglio a recarsi invece all’università della ‘Sapienza’, per assistere al convegno dal titolo quanto mai esplicativo: ‘Aspettando il terremoto che verrà: conoscere i terremoti e capirne gli effetti per imparare a difendercì che, sfidando apertamente la previsione-fandonia diffusa via-internet e la credulità popolare, l’ateneo romano organizza, rivolgendosi anzitutto a docenti e studenti di liceo. «È davvero avvilente, come studioso – confessa all’ADNKRONOS Gabriele Scarascia Mugnozza, docente di Scienze della terra e organizzatore dell’evento – constatare che ci siano persone, anche giovani e preparate, che mostrano di credere a questa ‘bufala’ del terremoto a Roma previsto per l’11 maggio 2011 da Raffaele Bendandi, sismologo morto nel 1979, che dunque fece questa previsione con svariati decenni di anticipo rispetto alla data ‘fatidicà del disastro annunciato». Lo scienziato avanza due argomenti incontrovertibili per affossare il vaticinio di Bendandi. «Intanto, Roma non è una zona sismica che possa essere epicentro di un terremoto di dimensioni catastrofiche; al massimo, può avvertire in maniera anche evidente forti scosse sismiche che possano verificarsi nell’area dei Castelli Romani, nella sua provincia, o in Umbria e in Abruzzo, come nel recente caso del grave terremoto che ha colpito L’Aquila». E poi, aggiunge ancora Scarascia Mugnozza, «è scientifico che ad oggi, nonostante tutte le tecnologie di cui disponiamo, non si sia ancora in grado di prevedere, neanche con un solo giorno di anticipo, neanche di qualche ora, quando e dove si verificherà un terremoto e il suo grado di intensità. Figuriamoci se poteva farlo l’autodidatta Bendandi mezzo secolo fa e con una quarantina d’anni di anticipo…». Lamenta il docente della ‘Sapienzà: «Purtroppo, c’è chi ci sta credendo. Una donna mi ha addirittura telefonato chiedendomi se era consigliabile che domani andasse a rifugiarsi nel suo paese d’origine in Calabria: le ho ricordato che sarebbe stata molto più al sicuro a Roma , vista l’alta sismicità del territorio calabrese». Il punto, sottolinea Scarascia Mugnozza, è che «i terremoti non si possono prevedere; ma se ne possono prevenire gli effetti: con le costruzioni antisismiche e con le campagne d’informazione. E invece – accusa lo scienziato – l’abusivismo predomina, la ricerca viene penalizzata e la comunicazione, specie quella via internet, dà largo spazio a non-notizie come quella del prossimo terremoto a Roma , che è di una falsità lampante e palese. ‘Prevenzione’, non ‘previsione’, deve essere la parola chiave, in tema di terremoti», raccomanda il sismologo.

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